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Giovedì 8 maggio 2025

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Fumata nera, a vuoto la prima votazione per il nuovo Papa

Da domani, giovedì 8 maggio, sono previste 4 votazioni al giorno, fino a quando un cardinale raggiungerà almeno i due terzi dei voti, almeno 89 “preferenze”

Roma

La Guida - Fumata nera, a vuoto la prima votazione per il nuovo Papa

Gli occhi sono tutti puntati sul comignolo sopra la Cappella Sistina. Gli occhi di chi è in piazza San Pietro da ore, gli occhi di chi  guarda freneticamente il cellulare, il video del pc o della tv. Come era dato per quasi certo  la prima fumata è stata nera.
I 133 cardinali elettori che in preghiera sono entrati in conclave hanno concluso il primo giorno senza aver scelto il 267° successore di Pietro.
Lungo gli incontri delle dodici congregazioni cardinalizie, vissute dopo il funerale di papa Francesco fino alla vigilia del conclave, tutti i cardinali elettori e non elettori si sono confrontati ed è emerso il profilo di un Papa pastore, maestro di umanità, capace di incarnare il volto di una Chiesa samaritana, vicina ai bisogni e alle ferite dell’umanità. In tempi segnati da guerre, violenze e forti polarizzazioni, i cardinali avvertono con forza il bisogno di una guida spirituale che offra misericordia, sinodalità e speranza.
Questo è  l’identik, il nome ancora manca. Anche se sono tanti i “papabili” emersi in questi giorni, proposti da media e “fonti anonime”.
Ogni giorno sono previste 4 votazioni, fino a quando un cardinale raggiungerà almeno 89 “preferenze”.  E poi vedremo la fumata bianca e l’ “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam (Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa). Una frase secondo il protocollo che deve essere pronunciata dal cardinale protodiacono. Si tratta del porporato con maggiore anzianità tra quelli dell’ordine diaconale. Attualmente è Dominique Mamberti, 73 anni, nato in Marocco ma originario della Corsica. Già segretario per i rapporti con gli Stati, è prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Mamberti è protodiacono dal 28 ottobre 2024. Se lui dovesse essere eletto Papa a dare l’annuncio sarebbe allora il cardinale vice protodiacono, Mario Zenari.
Tutto il mondo prega per loro affinché lo Spirito Santo li aiuti a scegliere. Una messa solenne “Pro eligendo Romano Pontefice” è stata celebrata questa mattina nella basilica di San Pietro dal cardinale Giovanni Battista Re (91 anni, quindi non elettore) decano del collegio cardinalizio. Nell’omelia, con semplicità, ha anche lui tratteggiato alcune delle caratteristiche importanti per il nuovo Papa, in una basilica dove si respirava un clima di attesa, di concentrazione, come se tutti i cuori e le menti fossero proiettatti nella Cappella Sistina che poche ore dopo avrebbe accolto i  cardinali elettori, tra di loro il futuro Papa. Ha richiamato la centralità dell’amore, l’unica forza capace di cambiare il mondo, che non conosce limiti che deve caratterizzare “i pensieri e le azioni di tutti i suoi discepoli” che con il loro comportamento devono impegnarsi per la costruzione di una nuova civiltà “quella che Paolo VI chiamò ‘civiltà dell’amore’”. E se l’elezione del nuovo Papa “non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna. Fra i compiti di ogni successore vi è quello di far crescere la comunione. Una comunione dei Vescovi fra di loro”, che non deve essere referenziale ma proiettata fra i popoli, le persone. “È forte – ha ricordato Re –  il richiamo a mantenere l’unità della Chiesa nel solco tracciato da Cristo agli Apostoli. L’unità della Chiesa è voluta da Cristo; un’unità che non significa uniformità, ma salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga nella piena fedeltà al Vangelo”.
Con lo sguardo al conclave il card. Re ha chiesto di pregare “perché lo Spirito Santo, che negli ultimi cento anni ci ha donato una serie di Pontefici veramente santi e grandi, ci regali un nuovo Papa secondo il cuore di Dio per il bene della Chiesa e dell’umanità”.  Consapevole che “Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future”.
Ormai l’attesa è breve.

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