La sua fama aumenta di stagione in stagione, le foto che lo ritraggono fanno capolino su riviste e giornali, per una notorietà che ha varcato i confini locali. Con l’arrivo della primavera il glicine di via del Gavotto è tornato alla massima fioritura, il suo profumo è inebriante e contestualmente è ripreso il viavai di persone a piedi, in bici, in auto che giungono appositamente per ammirarlo, soprattutto durante i fine settimana. Tanti arrivano dalla Francia, dal torinese, da regioni più lontane.
La conformazione a cuore, plasmatasi cingendo un vecchio castagno, per molti è l’allegoria dell’amore, della capacità di trovare modi per amare ed essere amati, pure in circostanze difficili, della forza inesauribile del desiderio amoroso anche di fronte all’impossibilità.
Quest’anno la “poesia” regalata dal glicine si può ammirare anche dall’alto, grazie alla frase che Cinzia Garro, ha voluto comporre nell’appezzamento a ridosso dell’albero: “La vita è un fiore abbine cura”.
“Volevamo realizzare una fascia floreale per le api – racconta Cinzia -. Mia sorella mi ha suggerito di spargere i semi, consigliandomi di fare qualche ciuffo con la poca semente a disposizione. Io ho immaginato di creare una frase che legasse la vita, il cuore e il fiore. La sera precedente ero stata al concerto di Jovanotti e riflettevo ancora sulla scenografia del palco, con i fiori che sbocciavano, al dono di un mazzo da parte del cantante, alle amiche di una ragazza che aveva subito un trapianto e che non poteva essere presente. Inevitabile pensare alla vita come a un fiore, all’averne cura, viverla, coccolarla, amarla. E’ piacevole vedere i “turisti” di via del Gavotto passeggiare avanti e indietro per leggere”.
In facebook è attiva la pagina ufficiale dell’albero, denominata “La storia d’amore tra il castagno e il glicine”. Una sorta di quaderno digitale su cui vengono pubblicate foto, commenti, emozioni.
(foto Mattia Castaldo)