La loro pattuglia era stata inviata intorno alla mezzanotte per un intervento in una casa a Bernezzo da cui i vicini avevano sentito provenire frastuoni e urla. Quando i Carabinieri arrivarono sul posto, gli stessi vicini che avevano chiesto l’intervento li aspettavano indicando l’abitazione dove venne ad aprire L. B., ora a processo per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale, che chiese ai militari cosa volessero. “Era agitato – ha riferito alla giudice uno dei due militari intervenuti – e dietro di lui intravedemmo l’appartamento tutto a soqquadro”. Nel frattempo la pattuglia si era messa in contatto con la stazione di Caraglio da dove chiesero se si trattasse proprio di L. B., persona conosciuta alle forze dell’ordine: “Saputo che si trattava di lui ci dissero di aspettarli che sarebbero arrivati subito”. Intanto però al piano di sopra si sentiva il pianto di una donna e i due militari entrarono. Notarono parecchie bottiglie di birra vuote sparse un po’ dappertutto e di sopra la porta della camera da letto sfondata a pugni. Dentro, sul letto una donna col volto gonfio e arrossato e due bambini piccoli che piangevano spaventati. “La donna si era chiusa a chiave in camera e per questo era stata presa a pugni”, ha proseguito il brigadiere che subito chiese all’uomo di seguirlo di fuori. “Volevo calmarlo ma quando lui ha visto i vicini di casa che intanto si erano avvicinati, andò verso una signora e le diede un forte schiaffo in faccia accusandola di essere stata lei a chiamare i Carabinieri. Lo allontanai ma era molto più grosso di me e mi ha preso per le spalle e sbattuto contro il muro di casa più volte. Col collega siamo poi riusciti a bloccarlo e ad ammanettarlo. La signora è stata portata in ospedale e anche io sono stato refertato”. In aula la difesa dell’uomo ha chiesto al brigadiere quale fosse stato l’atteggiamento del suo assistito quando li vide e il militare rispose che l’uomo alternava momenti di calma e atteggiamento collaborativo a momenti di forte agitazione: “Ci ha fatti entrare ma poi si è agitato e ha iniziato ad aggredire”. La difesa ha chiesto e ottenuto che venissero ascoltati i medici che hanno in cura l’imputato e l’udienza è stata rinviata al 29 aprile.