Chiara Cinquemani, nasce a Cuneo nel 1986, vive e lavora a Savigliano. È un’artista autodidatta.
La sua esperienza artistica prende le mosse dal disegno in bianco e nero, volto ad illustrare ed accompagnare le sue poesie e i suoi racconti, nati molto spesso sui libri di storia dell’arte. Libere associazioni di pensieri a partire dalle immagini dei quadri preferiti. Il colore e la materia arrivano in un secondo momento, attraverso il tentativo di esprimere le sensazioni suscitate dal suono-frequenza o dall’ascolto di brani musicali, in particolare, jazz e classici, e dalle suggestioni filosofiche più care. Il connubio arte e musica si è espresso in occasione di alcune delle sue esposizioni, durante le quali l’artista ha proposto al pubblico l’ascolto dei pezzi che hanno ispirato i lavori presenti. Questa esperienza la porta a collaborare con alcuni gruppi musicali per la realizzazione di copertine, maschere di scena e locandine di eventi.
Recentemente la sua ricerca si volge più libera verso l’interiorità, verso gli istinti, il sentimento primitivo, puro, spogliato il più possibile dal condizionamento della “bella” forma, che lascia spazio al gesto, alla traccia lasciata su materiali poveri, volutamente grezzi. Ciò che interessa all’artista è la comunicazione visiva dei concetti filosofici cari e l’espressione del proprio pensiero cercando la via più nuda possibile Gran parte della forza espressiva è affidata al segno, il colore diviene supporto, accompagnamento, mentre prende sempre più rilievo il gioco di luci ed ombre creato dalle combustioni di diversi materiali sulla tela. Nel ciclo di opere “Storie di vita” esprime per esempio il legame con il pensiero; i lavori in sede di esposizione, vengono accompagnati da brevi componimenti o aforismi. poi si vestono di colore, le suggestioni della combustione e i tratti secchi e nudi del disegno hanno maggior sostegno cromatico.
“Artista outsider, interessata, in senso lato, ai risvolti filosofici e culturali delle problematiche umane contemporanee, in specie della condizione femminile, – scrive Enrico Perotto – crea opere realizzate a tecniche miste su carta o su tela e collage, che presentano altrettante caratterizzazioni della figura muliebre, oggetto di desiderio, certo, ma proprio per questo anche un corpo e una mente soggetti a costrizioni, distorsioni e afflizioni che rilasciano ferite, cicatrici e scompigli psicologici in attesa di un riscatto che non si sa se giungerà”.
Ha esposto presso la galleria ARTtime, Udine, la pinacoteca Le Porte, Napoli, il Centro Multimediale Mario Cacace, Anacapri e presso il Filatoio di Caraglio. Poi nelle due edizione di grandArte nel 2017 a Bene Vagienna nella sede del Palazzo Rorà e nel 2022 al Castello di Casotto in due importanti collettive.

Chiara Cinquemani, Homo faber?

Chiara Cinquemani, Horror vacui

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Chiara Cinquemani

Chiara Cinquemani 1

Chiara Cinquemani 2