Nel Medioevo, nelle comunità rurali montane del Cuneese, vipere e bisce erano presenze temute. I contadini e i pastori le conoscevano bene, distinguendole grazie a un sapere tramandato oralmente. La vipera, con corpo tozzo e disegno dorsale a zig-zag, incuteva un terrore profondo. La biscia, più lunga e affusolata, era considerata meno pericolosa, ma non di rado veniva confusa con la vipera e uccisa per precauzione. In merito alle vipere si diceva che fossero aggressive e che, dopo essere rimaste a lungo in agguato in muretti a secco e cataste di legno, attaccassero uomini e animali senza motivo, spingendosi persino in alcuni casi ad inseguirli. Per questo i pastori temevano
Per leggere questo contenuto devi essere abbonato all’edizione digitale de La Guida.
Abbonati qui