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Mercoledì 16 aprile 2025

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Sembrò incidente stradale, ma era tentato omicidio: a processo

Dietro l'episodio, avvenuto a Manta, ci sarebbe stato un movente passionale, su cui però la vittima aveva chiarito con l'accusato

Manta

La Guida - Sembrò incidente stradale, ma era tentato omicidio: a processo

“Mi chiese di giurare in chiesa che non avevo avuto alcuna relazione con la sua fidanzata e io lo feci. Ci stringemmo la mano e pensai che la cosa fosse chiusa lì”. Così aveva raccontato in aula il giovane carpentiere I. L., ferito alla parte sinistra del torace da un colpo di pistola sparato da un furgone che lo sorpassò la mattina del 4 ottobre 2023 mentre si recava al lavoro percorrendo la strada che da Manta conduce a Centallo, dove stava lavorando in un cantiere. Quel furgone lui lo conosceva perché apparteneva a J. A., il conoscente che qualche giorno prima gli aveva chiesto di giurare in chiesa. Mentre faceva colazione in un bar di Manta aveva visto passare quel furgone due volte, la prima volta in direzione di Saluzzo, e la vittima riconobbe al volante l’uomo che ora è imputato di tentato omicidio insieme a D. A., suo dipendente nella ditta di costruzioni edili; la seconda volta lo vide tornare indietro ma non riuscì a scorgere chi lo guidasse. La vittima salì a bordo della sua auto e si recò al lavoro quando poco dopo il cimitero, il furgone che aveva parcheggiato in attesa del passaggio della Ford Fiesta della vittima, rientrò in carreggiata, e mentre sorpassava l’auto di I. L. esplose un colpo di arma da fuoco che raggiunse il giovane alla parte sinistra del torace. L’auto sbandò e finì in una bealera, l’uomo venne soccorso subito da un automobilista che passava di lì e trasportato in ospedale dove i medici si accorsero che quello non era un incidente stradale ma che l’uomo era stato ferito da un colpo di arma da fuoco. Nel corso dell’ultima udienza in aula ha deposto il comandante del Nucleo Operativo Radio Mobile di Saluzzo che, dal momento in cui si capì che quello era stato un tentato omicidio, attivò le ricerche del furgone di proprietà di J. A. Nella lunga deposizione in cui sono state ripercorse tutte azioni messe in atto dagli inquirenti per rintracciare quello che al momento era solo un indiziato di reato, il comandante del Norm ha riferito di aver acquisito le immagini delle telecamere stradali di Manta e Verzuolo che riprendevano il furgone con la scritta della ditta di costruzioni dell’attuale imputato con il suo numero di cellulare. La sua utenza venne rintracciata mentre si spostava il 4 ottobre, subito dopo il ferimento di I. L., dalla provincia di Cuneo fino in Lombardia per poi rientrare in Piemonte da Vercelli. Dai tabulati è anche emerso che poco prima dell’attentato, il cellulare di J. A. ricevette uno squillo da quello di D. A. e poco più tardi tra i due ci fu una conversazione di alcuni secondi. Pochi minuti più tardi le telecamere riprendevano i due veicoli che percorrevano via Stazione di Manta, a poca distanza dal luogo in cui la vittima venne ferita. Il comandante del Norm ha poi riferito in merito al ritrovamento del furgone all’interno di un cantiere edile a Torre San Giorgio il 7 ottobre. Vicino a quel cantiere era parcheggiata l’Audi di D. A. che venne poi ascoltato dai Carabinieri alcune settimane dopo l’arresto di J. A., avvenuto l’11 ottobre dopo che in caserma era arrivata la telefonata dell’avvocato nominato di fiducia, il quale riferì che il suo assistito si sarebbe presentato dai Carabinieri alle 15 del pomeriggio; J. A. venne però arrestato la mattina stessa mentre era a Busca insieme al suo avvocato. L’istruttoria proseguirà il 7 maggio.

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