Sabato 12 aprile si tiene una celebrazione giubilare presso la Casa Circondariale di Cuneo. Il ritrovo è alle ore 8.45 presso la chiesa di Santa Croce di Cuneo (via Fratelli Vaschetto 13) per l’inizio del pellegrinaggio verso il carcere di Cerialdo; l’arrivo è previsto alle 10. Nel primo cortile si terrà una celebrazione aperta a tutti, poi alle 11 la messa presieduta da mons. Piero Delbosco nella cappella interna del carcere, solo per le persone autorizzate ad entrare. Per gli altri, è prevista la visita al forno del panificio interno alla struttura.
Il carcere di Cerialdo è infatti stato scelto dalla diocesi di Cuneo-Fossano come luogo giubilare in questo Anno Santo. Per portare semi di Speranza all’interno della comunità carceraria.
“Questo momento vuole essere un segno di solidarietà con la tragedia che ha colpito la Casa circondariale e con tutte le tragedie che avvengono – dice don Flavio Luciano -. Vuole essere un segno di una comunità attenta alle persone e aiutare questo mondo che sta vivendo molte criticità”.
Secondo i dati forniti da Caritas diocesana di Cuneo-Fossano, attraverso Alberto Valmaggia, garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte per la Casa Circondariale di Cuneo, i numeri restituiscono la popolazione di un piccolo paese. La Casa può accogliere in tutto 433 detenuti. Alla fine di febbraio erano presenti 382 detenuti. Sono 336 in media sicurezza, dei quali 234 non italiani e 102 italiani, e 12 in regime di semilibertà. In 46 sono in regime di 41bis, e con l’apertura del nuovo padiglione si arriverà a 90 detenuti.
Dei detenuti in media sicurezza 150 sono occupati a scuola con la prima alfabetizzazione, o in percorsi di studio delle scuole elementari, medie, al triennio alberghiero o alla scuola edile; oppure in lavori interni come pulizia, mensa, spesino. I lavoratori all’esterno sono 12, in semilibertà, nel forno gestito dalla cooperativa “’l panatè” o per comuni o ditte esterne, con obbligo di rientrare alla sera in carcere. Per gli altri detenuti, più della metà, fa sapere Caritas, non hanno occupazioni durante la giornata.
Il personale nella Casa circondariale è composto da 158 agenti (1 in più rispetto all’organico), 2 ispettori (su 21 che sarebbero richiesti da organico), 7 sopraintendenti (su 25 che sarebbero richiesti da organico), 4 educatori (su 5 da organico), ma nessun mediatore culturale. Di fronte a questa situazione il IX Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi riporta: “Stride, inoltre, l’assenza totale di Mediatori, a fronte di una percentuale di detenuti non madrelingua italiana che si attesta al 67% dell’intera popolazione carceraria dell’istituto”.