Il pavone, nel medioevo legato forse più alle nostre pianure che alle nostre valli montane, aveva un ruolo sia nei contesti rurali sia nei palazzi nobiliari. Importato dalle terre orientali, si diffuse grazie agli scambi commerciali anche in Occidente, divenendo ben presto un elemento di riconoscibilità e prestigio nelle corti e nei monasteri. Nelle campagne invece era allevato, soprattutto nelle cascine più ricche e nei conventi, per poter usufruire della sua carne, considerata particolarmente pregiata, e per le sue gustose uova. Siccome però il suo allevamento, a differenza di quello dei polli e delle anatre, richiedeva spazi aperti e cure particolari, il suo allevamento non risultava di fatto così diffuso. La sua presenza dunque, anche nelle cascine, era
Per leggere questo contenuto devi essere abbonato all’edizione digitale de La Guida.
Abbonati qui