L’oca di Vottignasco potrà adesso fregiarsi della De.co., la denominazione comunale.
L’iniziativa, volta alla valorizzazione di questa produzione agricola del territorio, è stata promossa dall’amministrazione comunale in collaborazione con Edoardo Bresciano, titolare della Cascina Peschiera, da oltre vent’anni impegnato nell’allevamento tradizionale di questo animale da cortile e nella produzione delle specialità gastronomiche da esso derivate.
Già nel 2010 l’amministrazione comunale di Vottignasco aveva istituito la Denominazione Comunale per il salame d’oca cotto; ora diventa De.co. la stessa oca di Vottignasco, con uno specifico regolamento che ne definisce identità, territorialità, produzione, modalità di allevamento e macellazione. In particolare, l’oca di Vottignasco deve essere allevata in libertà, all’aperto (compatibilmente alla normativa sul piano di controllo/prevenzione dell’influenza aviaria) con ricovero notturno per evitare danni da predatori. Le oche da ingrasso possono essere nate sul territorio, acquistate da incubatoi italiani o acquistate da incubatoi esteri dall’età di un giorno, fino al massimo di trenta giorni. L’alimentazione è a base di mangimi bilanciati contenenti cereali fino al compimento dei 60 giorni di vita, che rappresenta il termine dell’impiumamento da animale adulto, dopo di che sono concesse integrazioni con granaglie integrali. Erba, fieno, paglia e pane secco, quando possibile, sono ben accetti nella dieta. L’età di macellazione non deve essere inferiore ai 5 mesi d vita.
È prevista la creazione di un Albo di allevatori dell’oca di Vottignasco, sia per professionisti che per amatori.
L’identificazione con il logo De.Co. può avvenire sia sull’allevamento dedicato, sia sul prodotto trasformato, previa documentazione che ne tracci l’origine De.Co.
I locali che promuovono e propongono l’oca di Vottignasco, sia nel territorio che fuori dal territorio, possono usare apposite vetrofanie pubblicitarie, recanti la dicitura “Prodotti De.Co. di Vottignasco (Cn)”, oltre che l’apposito logo.

Edoardo Bresciano e le oche di Vottignasco