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Sabato 29 marzo 2025

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Stesso lavoro ma stipendi diversi per chi risponde al numero di emergenza 112

Un gap salariale che per i dipendenti Amos è di circa 400 euro in meno rispetto ai colleghi e che si somma ad altre criticità come la mancanza di spazi per le pause, un turnover altissimo e la mancanza di confronto con le rappresentanze dei lavoratori

Piemonte

La Guida - Stesso lavoro ma stipendi diversi per chi risponde al numero di emergenza 112

In Piemonte chi risponde alle chiamate di emergenza del 112 non ha gli stessi diritti. A parità di mansioni e responsabilità, ci sono lavoratrici e lavoratori che guadagnano fino a 400 euro in meno al mese sotto contratto “Multiservizi – pulizie” con la cooperativa Amos, mentre i colleghi di Azienda Zero beneficiano del contratto pubblico della sanità.

Il personale dipendente di Azienda Zero, dedicato alla risposta del NUE, per le chiamate provenienti dalla provincia di Torino, composta da circa 2.250.000 abitanti, impiega circa 50 tra operatrici e operatori alla risposta, mentre invece, il personale dipendente di Amos dedicato alla risposta del NUE, per le chiamate provenienti dalle altre 7 province, composte da circa 2.050.000 abitanti, più le chiamate relay e le chiamate sordi, impiega circa 28 tra operatrici e operatori.

Un lavoro paragonabile se non sul piano economico: il gap salariale arriva fino a 420 euro, senza contare addizionali o contratti integrativi, se si considera che il minimo tabellare per le persone di quarto livello impiegate con Multiservizi è di 1.420,85 euro lordi mensili, quindi circa 1.177 euro netti mensili, mentre il minimo tabellare delle persone di livello C3, impiegate con contratto Sanità, è di  1.962,70 euro lordi mensili, quindi circa 1.597 euro netti mensili.

Alla disparità di trattamento si aggiungono poi altre criticità come il mancato riconoscimento professionale della figura dell’operatore NUE 112, la mancanza di spazi adeguati per le pause e l’assenza di una sala mensa, un turnover altissimo e la mancanza di confronto con le rappresentanze dei lavoratori. Eppure questi impiegati offrono un servizio importantissimo e lo fanno in modo eccezionale e in una situazione di continua alta pressione emotiva e di stress: non solo infatti rispondono alle chiamate da tutta la Regione (ad esclusione di Torino e provincia) ma, unici in tutta Italia, sono gestori del servizio delle telefonate delle persone sorde e del relay center sos satellite apple (chiamate che rimbalzano dal sistema satellitare ad Amsterdam). Che le cose non funzionano come dovrebbero lo dimostra l’altissimo turnover si personale nella cooperativa Amos: in 8 anni oltre 110 persone hanno lasciato il servizio.

A sollevare il problema in Regione ieri, mercoledì 25 marzo, è stata ancora una volta la consigliera regionale Giulia Marro che sul tema ha depositato un’interrogazione rivolta alla Giunta per fare luce sulle gravi disparità retributive tra il personale. “La Regione non può voltarsi dall’altra parte scaricando inutilmente le colpe alle Asl – commenta Marro -. È un evidente caso di dumping contrattuale. Si risparmia sui diritti delle persone, mortificando il loro lavoro e generando precarietà in un servizio che dovrebbe essere esempio di efficienza e dignità. È inutile nascondersi dietro accordi di secondo livello che hanno a integrare il salario e che in parte si attivano di fronte al raggiungimento degli obiettivi: gli accordi possono essere stracciati in qualunque momento, l’unica vera salvaguardia è il contratto nazionale, ed è inaccettabile che ancora in tante cooperative, anche di proprietà pubblica come in questo caso, si utilizzi un contratto che non risponde per nulla alle attività svolte. Mi chiedo cosa ne pensano i cittadini che in momenti di difficoltà chiamano il 112, quanto sono tranquilli a sapere che chi risponde loro è una persona sottopagata, che svolge un servizio importantissimo. La Giunta deve intervenire. Non è accettabile che, in un servizio pubblico essenziale e sotto controllo pubblico, si ignorino simili ingiustizie. E se oggi chi lavora per il NUE 112 non arriva a fine mese, è responsabilità anche politica. L’assessore Riboldi ha detto in consiglio regionale che le condizioni di lavoro e la retribuzione di chi lavora in Amos saranno sotto attenzione. Noi vigileremo, perché siamo convinte che la Regione deve garantire parità di trattamento, condizioni dignitose e riconoscimento professionale. Non ci sono scuse”.

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