“Non si può andare avanti con 600 euro di pensione al mese, e in più le spese sanitarie che si aggiungono”. Così una signora si rivolge al presidente Alberto Cirio che passa salutando tra i corridoi dell’ospedale Santa Croce mercoledì 26 marzo. “Questo ospedale funziona bene, in Regione cercate di mantenerlo e sostenerlo”, così una coppia di anziani salutano il presidente raccomandandosi che la politica si dia da fare per la sanità pubblica. “Cuneo è l’ospedale di tutti e non si tocca”, dice un pensionato in attesa di una visita.
Cirio lo dice anche nel suo discorso finale: “La cosa straordinaria del nostro Paese è che chiunque, sottolineo chiunque entri qui che ha bisogno può essere curato, non dimentichiamocelo”.
Mentre il presidente passa dal pian terreno degli ambulatori al primo piano della Pet in medicina nucleare al quinto della piastra endoscopica e della medicina interna, saluta pazienti e operatori, non evita nessuno, e sono in tanti che non mancano di fare appelli per la difesa dell’ospedale di Cuneo e perché la politica pensi anche a chi non ce la fa, agli ultimi a chi sta male. Ed è un appello di cittadini di ogni età e di ogni provenienza, tanto che lo stesso presidente camminando sottolinea: “Ho visto e salutato tanti albesi oggi, ma è giusto, questo è il nostro ospedale di riferimento e di eccellenza, di tutta la provincia anche di Alba”.
Non resta che sperare che sia davvero così come annunciato, che la sanità sia la priorità del Piemonte nel giorno in cui dall’assessorato regionale (che non accompagna Cirio nella sua visita cuneese) giunge l’imperativo ad Aso e Asl di rivedere in forte ribasso le stime di spesa per l’anno in corso per evitare il commissariamento della sanità piemontese.
Dalle parole alla cruda realtà dei conti…