“Per me la cosa era da chiudere con delle scuse; il risarcimento materiale non rimargina il danno all’amicizia e ora vorrei dare una mano per aiutarli ad uscire dai loro problemi”, con queste parole l’ex calciatore del Torino Lys Gomis ha fatto capire al giudice e al pubblico ministero il suo atto d’animo nei confronti degli amici di un tempo a cui lui aveva aperto le porte di casa e che invece lo derubarono.
Perchè fu un vero e proprio furto quello che avvenne a casa del 36enne ex portiere del Torino fra il 14 e il 26 febbraio del 2022 e di cui la vittima venne a conoscenza perchè su un sito internet gli venne fatto notare l’annuncio di vendita della sua bicicletta da corsa, “spesso dormivo da mia madre e a casa mia ci andavo saltuariamente. Quando vidi l’annuncio andai a controllare e vidi che mancavano altre cose, un telefono cellulare, un televisore, una maglietta commemorativa del Torino riservata ai giocatori della prima squadra a cui ero molto legato e un tavolo con le sedie”. Ad essere imputato del furto fu M.A., a casa del quale venne trovata la maglietta del Torino e che nei giorni successivi al furto aveva venduto il cellulare ad un amico sostenendo di averlo ricevuto in regalo proprio da Lys Gomis. Sempre lui aveva messo in vendita la bicicletta sul sito online e ad acquistarla fu un altro amico del calciatore, C.F.L., accusato di favoreggiamento e tentata estorsione perchè avrebbe preteso dalla vittima il pagamento di mille euro, tanti quanti ne aveva spesi lui per acquistarla. Di favoreggiamento è invece accusata C.S. anche lei amica di Lys Gomis e frequentatrice della sua casa; a lei M.A. aveva regalato il tavolo da pranzo sottratto dall’abitazione, ma la donna lo riconobbe e si rifiutò di tenerlo a casa e lo diede ad un amico.
La vittima nella sua denuncia aveva fatto con precisione i nomi degli amici come responsabili del furto, “conoscevano la casa, sapevano del difetto della tapparella della cucina e che dovevo aggiustarla e infatti i ladri sono entrati da lì. Io però sento di averli danneggiati, li ho coinvolti nel periodo in cui ho fatto uso di droghe, ero io quello che pagava per tutti. Ora ho concluso il mio percorso di disintossicazione e sono impegnato con il centro di riabilitazione”.
Acquisita la volontà di rimettere la querela nei confronti dei suoi amici di un tempo, il processo è stato rinviato a maggio per dare tempo ai tre imputati di formulare le loro scuse e chiudere così la vicenda.
