È stato assolto dall’accusa di omicidio in quanto non imputabile per vizio totale di mente il giovane Sacha William Chang, il 24enne olandese che il 16 agosto del 2023 uccise a coltellate il padre Chain Fa e l’amico Lambertus Ter Horst che li ospitava nella sua casa di Montaldo Mondovì per alcuni giorni di vacanza.
Si è aperto e chiuso quindi nell’arco di una mattinata il processo al giovane che già due perizie psichiatriche stilate dal professor Franco Freilone hanno definito incapace di intendere e volere, sancendone anche la pericolosità sociale che ha portato a disporre per lui la detenzione presso la Rems di Bra. La corte d’Assise presieduta dalla dottoressa Elisabetta Meinardi con a latere il giudice Marco Toscano e con loro i sei giudici popolari, ha deciso per il giovane il mantenimento della misura di sicurezza per un periodo non inferiore a dieci anni, con una nuova valutazione delle sue condizioni psichiatriche da fare a settembre del 2025. Quel giorno nella casa dell’amico medico olandese Lambertus a seguito di una violenta lite col padre, il ragazzo prese un coltello e colpì ripetutamente il genitore, per poi inseguire e raggiungere anche Lambertus, che si era dato alla fuga nel vialetto di casa, colpendolo a morte con varie coltellate alle spalle. Sacha si diede poi alla fuga nei boschi dopo essere stato a sua volta colpito alla schiena da un tondino di ferro scagliato da uno degli operai che stavano lavorando alla realizzazione di una piscina nella casa del medico e che era sopraggiunto sentendo le urla del medico. In seguito ad una vera e propria caccia all’uomo in cui vennero impiegati moltissimi militari, Sacha venne trovato dopo due giorni addormentato e seminudo accanto ad una chiesetta in una piccola frazione della valle. Di un quadro psicofisico già preoccupante aveva parlato il pubblico ministero Mario Pesucci, “in base a notizie arrivate dall’Olanda di episodi meno gravi ma che forse furono sottovalutati dalle autorità sanitarie olandesi”. La perizia psichiatrica svolta in sede di incidente probatorio dal prof. Freilone aveva definito grave la forma di schizofrenia del ragazzo, “con episodi catatonici, visionari e allucinatori; Sacha era capace di stare in giudizio ma con un vizio totale di mente ed una elevata pericolosità sociale”. Per questo motivo a conclusione della sua discussione il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione del giovane perchè non imputabile per vizio totale di mente, con la conferma della misura di sicurezza da svolgere, su richiesta di estradizione del Ministero degli Esteri olandese, presso una Rems in Olanda. Di diverso avviso l’avvocato Stefano Valentini, che in giudizio rappresentava tre dei quattro figli del medico olandese e che ha aperto la sua arringa chiedendo una nuova perizia psichiatrica, poiché era già stata la Procura della Repubblica a nutrire il dubbio sulla totale incapacità di intendere e volere del ragazzo proprio per la modalità con cui si era accanito sul medico che stava scappando dalla casa, “medico che fu inseguito e ucciso a coltellate alle spalle, e successivamente dopo una lunga fuga, il giovane fu trovato spogliato accanto a quella chiesetta, quasi a dimostrare la comprensione del gesto compiuto e di essersi voluto disfare dei vestiti sporchi di sangue per far perdere le proprie tracce”. Un vizio parziale di mente dell’imputato che giustificava quindi la prosecuzione dell’istruttoria e la richiesta di un risarcimento di 300mila euro per ciascuno dei tre figli costituiti in giudizio. Per i difensori di Sacha, Luca Borsarelli e Gabriele Carazza, Sacha è un ragazzo che sta cercando di recuperare da quella grave patologia che ancora oggi gli impedisce di riconoscere e accettare il gesto compiuto, “va curato e non punito, poiché completamente incapace di intendere e volere. Anche il suo denudarsi rappresenta un pacifico sintomo della patologia – ha sottolineato l’avvocato Borsarelli – un ritorno ancestrale alle origini, alla posizione fetale. Solo le cure che sta facendo gli consentono di essere qui in giudizio”.
