Dovrà essere la perizia psichiatrica del dottor Alessandro Vallarino a stabilire se Ernesto Bellino, 75enne operaio in pensione, fosse capace di intendere e volere quando il 28 giugno 2024 a Beinette soffocò la moglie Maria Orlando mentre i due erano soli in casa. In vista del conferimento dell’incarico allo specialista è stato quindi subito rinviato al 16 aprile il processo che si è aperto nella mattinata di oggi (venerdì 21 marzo) di fronte alla Corte d’Assise del tribunale di Cuneo presieduta dalla dottoressa Elisabetta Meinardi, con a latere il dottor Marco Toscano e i giudici popolari. La donna, malata da ormai vent’anni di Alzheimer, era assistita da due badanti che si alternavano fra giorno e notte. Quando l’assistente della notte era andata via e in attesa dell’arrivo dell’altra, l’ultima discussione fra i due conviventi, che erano separati legalmente da circa dieci anni ma continuavano a vivere insieme, e poi lo strangolamento della donna.
La richiesta è stata avanzata dall’avvocato Fabrizio Di Vito, difensore dell’uomo, sulla scorta di una recente consulenza di parte che aveva giudicato compromessa capacità di intendere e volere dell’uomo, già in passato in cura per disturbi mentali, senza opposizione da parte del pubblico ministero Francesco Lucadello e del figlio costituito parte civile in giudizio con l’avvocato Enrico Gaveglio. “Non ce la faccio più”, avrebbe detto l’uomo ai militari che lui stesso aveva chiamato, prima di essere trasferito in carcere, per poi essere sottoposto agli arresti domiciliari presso una casa di riposo. Ora si trova presso quest’ultima, in attesa dell’esito del processo che lo vede imputato di omicidio gravato dalle norme del Codice Rosso in quanto commesso contro un familiare convivente.