“La forza e la frode, in tempo di guerra, sono le due virtù cardinali”, ha detto Thomas Hobbes. Il sospetto è che la violenza e la frode siano anche vie maestre che conducono al conflitto, soprattutto quando diventano canoni di comportamento generalizzati e quasi celebrati, anche in tempo di pace. Dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’Occidente ha vissuto un periodo di prosperità e di pace sconosciuti al resto dell’umanità. In questa epoca così felice, tuttavia, la violenza e l’inganno non sono mai passati di moda. Solo per guardare in casa nostra, al boom degli anni Cinquanta e Sessanta sono seguiti gli anni di piombo degli anni Settanta, poi quelli della “Milano da bere” e della politica contaminata dalla corruzione sistematica. Gli anni Novanta si sono aperti con le stragi di mafia, poi è stata la volta della grande finanziarizzazione nazionale e internazionale, con molti risparmiatori che hanno subito le conseguenze del crollo dell’economia in Argentina del 2001 o del crack Parmalat del 2003; poi le crisi finanziarie che si sono succedute, puntualmente, precedute da bolle speculative delle quali nessuno si è accorto, se non alla loro esplosione.
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