C’è anche la sostituzione dei circa 10.000 contatori dell’acqua di Cuneo, prevista tra aprile e settembre, tra gli interventi sull’acquedotto cuneese finanziati con circa 26 milioni di euro di fondi Pnrr. L’obiettivo è quello di individuare e gestire al meglio le perdite di acqua, riducendole di circa il 30% sull’intera rete. I tempi per realizzare i lavori però sono strettissimi: i cantieri, avviati in queste settimane, devono infatti essere conclusi entro il giugno 2026.
Da 42 a 26 milioni di euro
Il progetto originario risale al 2022 e riguardava l’intero territorio provinciale, con beneficiario l’ente d’ambito e Cogesi l’ente realizzatore come ha spiegato il direttore di Acda, Andrea Ponta, lunedì sera presentando i lavori alla commissione consiliare competente. Il progetto complessivo da 42 milioni coinvolgeva tutti i gestori a livello provinciale, ma non è stato finanziato nel 2023 e poi, in seconda battuta, quando sembrava poter essere ripescato, è stato bocciato in seguito alla rinuncia delle società che facevano capo a Egea. Il mancato finanziamento è stato accompagnato anche da pesanti polemiche a livello politico.
“Questa modifica dei soggetti partecipanti è stato il motivo per cui per la seconda volta il progetto è stato rigettato – ha spiegato Ponta – Abbiamo tenuto duro e siamo riusciti a tenere una porta aperta e il 4 novembre 2024 abbiamo ottenuto il finanziamento. Questa è stata una bella soddisfazione perché siamo riusciti a portare a casa questo finanziamento rimodulato sui 26 milioni di euro complessivi, che era la parte originaria in capo a Cogesi senza più la parte relativa ai gestori che non hanno più partecipato. Nel frattempo però era passato più di un anno e le scadenze da rispettare per il Pnrr non si sono modificate e sono quindi molto impegnative”.
Il progetto finanziato vede coinvolta Cogesi come supervisore e nella parte attuativa Acda, che ha sulle spalle il “peso” maggiore dell’intervento, Calso, Infernotto e Mondo Acque. “La tenacia del mondo Cogesi e della gestione pubblica ha consentito di presentare i progetti – ha sottolineato la sindaca, Patrizia Manassero – Gli importi sono importanti e l’obiettivo per la città di Cuneo. Come Comune abbiamo cercato di costruire un sistema di autorizzazione sul territorio che sia elastico vista la natura degli interventi”.
I lavori e la riduzione delle perdite
Il progetto revisionato ha un importo complessivo di 26.194.300 euro, di cui circa 18 milioni di euro relativi ai lavori dell’Acda e tutte le attività devono essere rendicontate entro il 31 marzo 2026.
Le gare per i lavori sono già state tutte esplatate, in molti casi anche prima della certezza del finanziamento. “È stato l’unico modo per poi essere pronti quando si è riaperta la possibilità di vedere finanziati i lavori – ha spiegato il direttore di appalti e lavori di Acda, Fabio Monaco – L’obiettivo principale è quello di ricerca e riduzione delle perdite ed è un obiettivo che verrà continuamente monitorato e misurato in tutti gli anni a venire”.
Entro il 31 marzo 2026 è previsto che 2.074 chilometri di rete dell’acquedotto cuneese venga “distrettualizzata”. Cosa significa lo spiega Monaco: “Vuol dire andare a creare delle reti in modo tale che si possano effettuare dei bilanci idrici, quindi una mappatura di tte le reti del Comune di Cuneo. Ciascun distretto verrà monitorato idraulicamente in modo da poter valutare la ricerca delle perdite, i bilanci idrici, i consumi, e tutti questi dati ci permetteranno di avere una conoscenza molto dettagliata della rete e poter fare tutte le valutazioni e gli interventi successivi”.
La sostituzione di 10.000 contatori
A Cuneo i distretti saranno cinque e in questo ambito, saranno sostituiti i contatori delle singole utenze. “Complessivamente è prevista la sostituzione di circa 10.000 contatori, il servizio è già avviato: il produttore li sta producendo, l’attività effettiva di posa in campo inizierà nel mese di aprile con l’obiettivo di completare la sostituzione entro settembre”.
La sostituzione dei contatori tutti di un colpo per renderli più efficienti, ha spiegato Ponta, consente di rendere un servizio migliore aumentando anche il coinvolgimento dell’utente sulla consapevolezza dei consumi e il monitoraggio delle eventuali perdite.
I cantieri
Nel frattempo in città sono iniziati i cantieri per tre interventi sulle condotte. A San Paolo è in corso la sostituzione delle condotte dell’anello di San Paolo per 1.900 metri con lavori per 770.000 euro da realizzare entro 120 giorni, compresi i ripristini definitivi.
Il secondo cantiere interessa Corso De Gasperi e Via Auriate con sostituizione delle tubazioni per un intervento da 365.000 euro.
Infine, il terzo cantiere riguarda le vie Schiaparelli, Coppino, XX Settembre, Sella, Corso Nizza, via Carlo Emanuele III e piazza Europa, con sostituzione di condotte esistenti per un intervento di circa 600.000 euro.
“Altri lavori riguarderanno la realizzazione delle botole e la riparazione di tutte le perdite che sono note e che emergeranno a seguito di una dettagliata ricerca perdite che abbiamo avviato”.
Le tariffe
Alla richiesta di Giuseppe Lauria in merito alle possibili riduzioni di tariffe, il direttore di Acda ha ricordato che le tariffe vengono calcolate in base ai costi e agli investimenti da effettuare. “C’è grande attenzione ai costi, ma le sfide sono impegnative e onestamente dubito che le prospettive siano di avere le condizioni per ridurre le tariffe”.
Le sorgenti del Bandito
Tra le sfide c’è quella del controllo della qualità dell’acqua, dall’inquinamento da Pfas ai problemi di acqua torbida registrati alle sorgenti delle grotte del Bandito che hanno portato diversi problemi e disagi.
“Dopo l’8 agosto 2024, quando si è registrato per la prima volta il problema di torbidità delle sorgenti, stiamo lavorando e cercando di analizzare sempre più a fondo quello che è successo per trovare una soluzione, ma non è facile – ha spiegato Monaco – Abbiamo messo in campo tutte le professionalità in Acda e ci siamo fatti affiancare dai massimi esperti del dipartimento di idraulica del Politecnico di Torino. Stiamo continuano a fare dei monitoraggi sul ramo principale e il secondario del torrente Gesso, interessando il vallone di Roaschia. Stiamo revisionando il progetto che avevamo redatto e ci siamo indirizzati a cambiare tecnologia e andiamo verso la microfiltrazione e su questo sono iniziate interlocuzioni con il Ministero per revisionare un progetto già presentato prima di quell’8 agosto. Continueremo con le nostre indagini idrauliche e geologiche e stiamo cercando di arrivare un risultato ma non abbiamo ancora risolto i problemi e attualmente il sistema è un sistema fragile”.
Sull’inquinamento da Pfas, ovvero da inquinanti esterni, invece, Ponta ha sottolineato che “c’è molta attenzione su questo tema. Abbiamo un gruppo di lavoro con Arpa, Asl, Regione e tutti gli operatori a livello regionale. Abbiamo intensificato le misure concordate con Arpa su tutte le nostre fonti. Il progetto è di avere una misura entro il 2025 su tutte le sorgenti nell’arco alpino (da Ormea a Ostana ci sono 1.250 sorgenti). Al momento quelle dell’area Cuneo hanno dato esito negativo, cioè sono al di sotto del livello di rilevabilità”.