“La notte è trascorsa tranquilla, il Papa riposa ancora”. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede, riguardo alla sedicesima notte del Papa al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. Nel bollettino medico di ieri sera, le condizioni di salute del Santo Padre erano definite “stabili”, senza ulteriori episodi di broncospasmo. Continua la fisioterapia respiratoria e la ventilazione meccanica non invasiva si alterna a lunghi periodi di ossigenoterapia ad alti flussi. La prognosi resta riservata.
Ma intanto papa Francesco manda i suoi “pensieri” dal Policlinico Gemelli dove si trova dal 14 febbraio, quando era stato ricoverato per quella che inizialmente si valutava come bronchite e che poi si è rivelata una polmonite bilaterale. Dopo tante notizie sulla salute del suo corpo e gli effetti della terapia, nel testo diffuso oggi papa Francesco condivide i sentimenti e le sensazioni che lo accompagnano in questo tempo di malattia. Ma anche a guardare con orrore e dolore alla guerra che prosegue imperterrita in Ucraina, Medio Oriente, Africa e Sud-Est asiatico.
Oggi anche a Cuneo la Diocesi di Cuneo-Fossano si ritrova in preghiera per la salute di papa Francesco alle ore 21, nella chiesa Cattedrale di Cuneo e nella chiesa Concattedrale di Fossano.
Ecco cosa ha scritto nell’Angelus papa Francesco
Cari fratelli e sorelle,
nel Vangelo di questa domenica (Lc 6,39-45) Gesù ci fa riflettere su due dei cinque sensi: la vista e il gusto.
Riguardo alla vista, chiede di allenare gli occhi a osservare bene il mondo e giudicare con carità il prossimo. Dice così: «Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello» (v. 42). Solo con questo sguardo di cura, non di condanna, la correzione fraterna può essere una virtù. Perché se non è fraterna, non è una correzione!
Riguardo al gusto, Gesù ci ricorda che «ogni albero si riconosce dal suo frutto» (v. 44). E i frutti che vengono dall’uomo sono ad esempio le sue parole, che maturano sulle labbra, sicché «la sua bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (v. 45). I frutti cattivi sono le parole violente, false, volgari; quelli buoni sono le parole giuste e oneste che danno sapore ai nostri dialoghi.
E allora possiamo chiederci: io come guardo le altre persone, che sono miei fratelli e sorelle? E come mi sento guardato da loro? Le mie parole hanno un gusto buono, oppure sono intrise di amarezza e di vanità?
Sorelle e fratelli, vi mando questi pensieri ancora dall’ospedale, dove come sapete mi trovo da diversi giorni, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, che ringrazio per l’attenzione con cui si prendono cura di me. Avverto nel cuore la “benedizione” che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore; allo stesso tempo, ringrazio Dio perché mi dà l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti.
Vorrei ringraziarvi per le preghiere, che si elevano al Signore dal cuore di tanti fedeli da molte parti del mondo: sento tutto il vostro affetto e la vostra vicinanza e, in questo momento particolare, mi sento come “portato” e sostenuto da tutto il Popolo di Dio. Grazie a tutti!
Anch’io prego per voi. E prego soprattutto per la pace. Da qui la guerra appare ancora più assurda. Preghiamo per la martoriata Ucraina, per Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Kivu.
Ci affidiamo fiduciosi a Maria, nostra Madre. Buona domenica e arrivederci.