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Venerdì 28 febbraio 2025

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Nuovo ospedale: “Questa è una dichiarazione di guerra”

Sanità pubblica e responsabilità di Regione e Comune al centro del dibattito organizzato a Cuneo dai gruppi di minoranza del consiglio comunale

Cuneo

La Guida - Nuovo ospedale: “Questa è una dichiarazione di guerra”

 “Tutto è ancora fermo al punto zero, la nostra è una dichiarazione di guerra”. Lo hanno detto i capigruppo delle liste di minoranza Cuneo Mia, Cuneo per i Beni Comuni e Indipendenti durante l’incontro “Cuneo 2025. Nuovo ospedale a punto zero” che si è tenuto questa sera (venerdì 28 febbraio) nella Sala Cdt di Cuneo.
“Quello che sta facendo la Regione è il gioco delle tre carte – ha detto Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) -, prima dicono di investire 4.5 miliardi di euro in nuovi ospedali e ristrutturazioni di strutture sanitarie esistenti, poi mettono in atto tagli incredibili. Per non parlare delle promesse che non vengono mantenute. E’ un comportamento politico-amministrativo veramente esecrabile, oserei dire discriminatorio e il Comune di Cuneo deve reagire maggiormente, perché un conto è mantenere dei rapporti con la regione, un conto è essere presi in giro in questo modo perché le promesse che fanno non vengono mantenute”.
Al centro del dibattito anche e soprattutto il progetto di realizzazione nel nuovo ospedale. Il consigliere Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ha fatto un excursus sulla vicenda partendo dalla proposta di partenariato pubblico-privato fino ad arrivare ad oggi. “Dei 14 nuovi ospedali in Piemonte promessi dal presidente Cirio, se va bene, ne saranno realizzati quattro e sarà già tanto, ma non siamo certi che Cuneo sarà tra questi” ha commentato.
A ribadire la dichiarazione di guerra è stato il capogruppo della lista Indipendenti, Giancarlo Boselli che ha denunciato responsabilità gravi non solo da parte della Regione, ma anche del Comune. “Non c’è solo il ritardo nell’avere il nuovo ospedale – è -, ma c’è tutto quello che questo comporta, in termini finanziari ed economici. Questa situazione infatti colpisce non solo gravemente la salute dei cittadini, ma crea spreco, ulteriori costi e ulteriori disfunzioni nel servizio sanitario e più semplicemente nella vita dei cittadini di questa città. Naturalmente la responsabilità è soprattutto della Regione, ma in questa vicenda io credo ci sia anche una responsabilità del Comune. E’ evidente che il sindaco ha una responsabilità piena delle cose che una città deve avere e quindi anche del nuovo ospedale. Fin dall’inizio abbiamo detto che c’era una situazione di accettazione sommessa di tutte le proposte inaccettabili arrivate dalla Regione. A Cuneo c’è una maggioranza che ha una componente di centro-destra che è condizionante, perché c’è un numero di consiglieri che possono far cadere il sindaco in qualsiasi momento lo desiderano e che pertanto condizionano la politica della sindaca che non avrebbe mai potuto opporsi alla proposta della Regione di centrodestra. Per questo dico che la Manassero è sotto ricatto politico, noi questa situazione la vediamo perché è sotto gli occhi di tutti, la vediamo su piazza Europa, sul piano regolatore di cui noi chiediamo la revisione completa, ma pesa anche sulla trasparenza degli appalti e su come vengono affidati”.
Dalle minoranze in consiglio nei giorni scorsi era arrivata alla convocazione di un Consiglio comunale straordinario dedicato alla vicenda ospedale, richiesta accolta dalla sindaca. “Serve incontrarsi entro pochi giorni – ha continuato Boselli -. Nell’ambito della discussione che noi vogliamo riaprire c’è la convinzione che la collocazione giusta dell’ospedale sia in città, che esistano gli spazi e le condizioni tecniche per ricostruire l’ospedale ex novo nella sede in cui è adesso. Il quadro in cui il consiglio comunale precedente aveva deciso di spostarlo è cambiato, le condizioni non ci sono più, bisogna capire che ci vuole una risposta forte, decisa, immediata, che prenda in contropiede anche la Regione che deve però venire a ragionare e confrontarsi. L’ospedale è l’azienda più importante della città, con il maggior numero di lavoratori e utenti ed è nella collocazione ideale davanti snodo dei trasporti pubblici. Togliere la più grande azienda dall’altipiano, vuol dire ammazzare e distruggere l’economia di tre quartieri che diventeranno un deserto. Da operazioni come queste guadagna solo chi vuole fare i soldi con la sanità, cioè chi guadagna con la sanità privata. Noi siamo qui a fare una battaglia per difendere la sanità pubblica”.

 

“E’ la Regione che decide come finanziare”

Presenti in sala, tra il pubblico, anche i consiglieri regionali Giulia Marro (Avs) e Mauro Calderoni (Pd), il consigliere provinciale e presidente dell’Unione Montana Valle Stura Loris Emanuel.
“C’è perfetta sintonia con la sindaca Patrizia Manassero che è persona pacata, ma sa tenere il punto – è intervenuto a fine dibattito Calderoni -. Siete tutti amministratori di lungo corso, sapete che è la Regione che decide come finanziare un’opera di quel tipo, il sindaco può certamente intervenire ed opporsi, ma dopodiché la Regione può agire come crede. Però il vero tema della concreta realizzabilità di questo progetto è che al momento la Regione ha un bilancio veramente drammatico che sta in piedi solo grazie all’utilizzo dei fondi europei e del Pnrr. Il Collegio dei Revisori dei Conti per esprimere parere favorevole ha preteso in extremis un emendamento ripartivo perché ha evidenziato un elevato numero di critici: l’anticipo nella calendarizzazione dell’iter legislativo ha reso complessa l’integrazione delle disposizioni della Legge Finanziaria 2024; la necessità di coinvolgere maggiormente i responsabili di settore nella valutazione delle risorse disponibili per garantire maggiore attendibilità delle entrate; la mancata individuazione di singoli responsabili di procedimento compromette il corretto flusso informativo sulla riscossione e la previsione di bilancio; la necessità che i dirigenti ufficializzino le richieste e le possibili entrate da accertare per migliorare l’affidabilità delle previsioni; il Piano delle alienazioni e valorizzazioni redatto in ritardo e non incluso negli allegati al bilancio; la Nota integrativa carente di informazioni fondamentali su sanità, personale e trasferimenti a partecipate e Consiglio Regionale; la documentazione sulle spese per il personale insufficiente che non permette una valutazione della congruità degli stanziamenti; la necessità un maggiore controllo sulle partecipate; gli accantonamenti per le perdite delle partecipate che devono essere valutati con maggiore prudenza; il monitoraggio della tassa automobilistica e della fiscalità regionale che deve essere rafforzato onde evitare rischi di squilibri finanziari; la necessità di un attento controllo sull’andamento delle spese generali, influenzate dagli aumenti dei costi; le somme previste per il PNRR che richiedono un monitoraggio costante per evitare ritardi e inefficienze; la raccomandazione di una verifica straordinaria degli equilibri a maggio 2025 e un monitoraggio continuo della gestione della spesa. Penso che sarebbe opportuno dire ai piemontesi che è un momento difficile, invece di millantare un bilancio di oltre 20 miliardi di euro. Invece si continua a fare bandi, promesse su nuovi ospedali che non si faranno”.
“Siamo davanti a delle persone che riescono a raccontare quello che non è vero – ha denunciato la consigliera Giulia Marro -. Io stasera prendo posizione contro la Regione che è responsabile di tutto questo e non riesce nemmeno ad ammettere, neanche con la relazione dei Revisore dei Conti in mano, che il bilancio della Sanità sarà con ogni probabilità commissariato. Tra l’altro, nonostante le nostre molteplici richieste, manca ancora sempre il documento in cui si ufficializza che si rinuncia al partenariato pubblico -privato”.

 

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