Aveva appena finito di completare il proprio carico allo stabilimento Acqua Sant’Anna, a Vinadio, e si era immesso sulla strada che conduce a Demone quando un altro camion di cui non si era subito accorto lo aveva superato tagliandogli la strada. Gli eventi successivi, riferiti alla giudice dall’autotrasportatore 39enne di origine tunisina, raccontano di un fanale spaccato, di una sigaretta spenta sullo zigomo sinistro appena sotto l’occhio e di una telecamera goPro sottratta dall’abitacolo del suo camion.
Rinviato a giudizio con l’accusa di rapina e lesioni è L.S., anche lui autotrasportatore con un carico da fare presso lo stabilimento di Vinadio quel pomeriggio di giugno del 2022.
“Quando mi tagliò la strada dovetti frenare per non scontrarmi con lui e gli ho suonato il clacson. Quello si è fermato davanti a me ed è sceso urlandomi di scendere anche io. Avevo gli sportelli chiusi con la sicura e non mi mossi”. L’imputato allora avrebbe preso un palanchino di ferro dal proprio camion e spaccato il fanale posteriore sinistro dell’altro veicolo. A quel punto anche la vittima del danneggiamento scese chiedendo all’altro cosa volesse da lui e per tutta risposta l’altro si avvicinò gridandogli che era un tunisino di m…a, che loro stavano rovinando quel mestiere e gli spense la sigaretta sotto l’occhio. Spaventato e dolorante, la vittima dell’aggressione salì sul camion per prendere il cellulare e iniziò a registrare la scena, riprendendo la targa del veicolo fermo davanti a lui. L’imputato, che nel frattempo aveva rimesso a posto la sbarra di ferro, si accorse della telecamera piazzata nell’abitacolo dell’altro camion, salì e strappando i fili se la portò via ripartendo subito dopo.
“Chiamai il 112 e mi incontrai con una pattuglia dei Carabinieri all’altezza di Gaiola. Mi consigliarono di andare all’ospedale per farmi curare, l’occhio mi bruciava. Poi sporsi denuncia quando tornai a Pinerolo”.
Grazie al video girato dalla vittima, gli inquirenti hanno potuto annotare la targa del veicolo e risalire all’identità del suo conducente. Nessuno ha invece verificato che i pezzi del fanale fossero effettivamente nel luogo indicato dalla vittima come teatro dell’aggressione.
L’udienza è stata rinviata al 7 marzo per il completamento dell’istruttoria.
