Sindacati medici e Regione Piemonte cercano intesa e di fare pace dopo gli attachi reciproci dei giorni scorsi. Ieri pomerggio, lunedì 10 febbraio, ha invitato i sindacati medici, Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Cgil, Aaroi, Fassid, in assessorato per discutere sulle soluzioni alle lòiste di attesa. Turni serali e domenicali e stop all’intramoenia erano state le sue proposte iniziali, mitigate dopo le risposte dei sindacati.
Chiara Rivetti del sindacato Anaao aveva chiaramente detto: “Le liste d’attesa? Da tempo facciamo proposte per abbatterle, ora dopo anni di tagli, si dà la colpa ai medici che fanno intramoenia. L’unico responsabile è chi ha governato la sanità”. Il concetto ribadito dsll’Ordine dei Medici piemontesi: “L’intramoenia non ha alcun rapporto con l’esistenza delle liste di attesa. Si rischia deriva semplicistica e demagogica nei confronti dei medici”.
“Ho chiesto ai sindacati dei medici di stendere una piattaforma, anche valoriale, comune, che partendo da ciò che ci unisce – ovvero la centralità della sanità pubblica e l’indiscusso valore aggiunto che, in condizioni difficili, apportano i professionisti della sanità nelle strutture regionali – per ridurre le liste d’attesa. L’idea è un tavolo mensile presso la control room, che la direzione regionale dell’assessorato ha individuato come strumento utile per ricevere in tempo reale i dati e poter intervenire con i correttivi necessari. La condivisione dei dati è fondamentale per aumentare l’efficienza del sistema ed è una metodologia che dovrà diventare sempre più la modalità ordinaria di lavoro per tutti gli operatori”. Ha detto al termine dei lavori l’assessore alla sanità Federico Riboldi.
“L’intenzione è di arrivare ad un documento sottoscritto da tutte le forze sindacali, medici e infermieri ospedalieri, medici di medicina generale, Oss e personale amministrativo. Ai sindacati dei medici ho ribadito che per affrontare i grandi problemi della sanità, molti dei quali sono strutturali, è necessaria la collaborazione di tutti: l’ottica è quello di unire le forze, nell’interesse dei cittadini”.
Sullo stop all’intromoenia Riboldi ha ribadito che sarà applicata solo in casi limite cioè negli ospedali piemontesi solo pro tempore e solo nei casi-limite, ovvero per le specialità in cui si registra una forte sofferenza. Mengre rimane chiara l’indicazione ministeriale che l’attività libero professionale possa essere sospesa se comporta per ciascun dipendente un volume di prestazioni superiore a quello assicurato per l’attività istituzionale pubblica. Rimane la volontarietà dei medici sulle prestazioini serali e domenicali ma resta il dubbio sulle risorse da garantire per questo.
Nei prossimi giorni si terrà un incontro analogo con i sindacati degli infermieri e delle altre professioni sanitarie.
