Un segnale di protesta, un momento per dire “ci siamo e abbiamo bisogno di aiuto”, ma senza recare troppo disturbo alla città: nella mattinata di oggi (giovedì 30 gennaio) il movimento degli Agricoltori Autonomi Italiani ha portato i trattori in corteo nel centro di Cuneo, per far sentire le ragioni della mobilitazione lanciata dalle imprese agricole sul territorio.
I trattori (poco più di venti come concordato con le forze dell’ordine, che li hanno scortati nel tragitto) hanno formato un corteo dal presidio attivato martedì, nell’area industriale alle porte di Beinette, e hanno raggiunto il centro cittadino da Borgo San Giuseppe e poi sulla salita di corso Marconi, per inserirsi in piazza Galimberti e corso Nizza, senza fermarsi, e poi da corso Brunet e viale Angeli hanno seguito lo stesso percorso in uscita dall’altipiano. Clacson, bandiere dell’associazione Aai (che in Piemonte conta oltre 4.000 aziende agricole) e cartelli (“L’agricoltura sta morendo”) hanno accompagnato i trattori; non ci sono stati comunque problemi alla circolazione stradale, nella mezz’ora circa di presenza in città, se non qualche minuto di attesa alle rotatorie e agli incroci durante il passaggio del corteo.
Forti le ragioni che hanno portato all’iniziativa, per dare voce al mondo del comparto primario, soffocato da costi alti e basse remunerazioni che hanno fatto saltare l’equilibrio finanziario di tante imprese e le hanno portato alla chiusura.
Nel documento presentato in Prefettura e alle istituzioni del territorio, i promotori dell’agitazione chiedono la dichiarazione dello stato di crisi per l’agricoltura, per attivare immediatamente interventi che possano scongiurare altre chiusure di aziende del comparto primario. Tra i temi l’urgenza di abbattere l’indebitamento delle imprese che hanno investito in questi anni; lo stop alle importazioni selvagge, soprattutto nelle filiere più esposte alle speculazioni; un reale contrasto alle pratiche sleali, in vari comparti e passaggi della catena produttiva e commerciale; misure per contenere i costi, azioni per contrastare problemi enormi e urgenti come la siccità e la fauna selvatica. Ora, gli agricoltori sperano che non scenda l’attenzione sul rischio sociale legato alla crisi economica e produttiva del comparto, e attendono risposte concrete dai rappresentanti delle istituzioni che in questi giorni li hanno ascoltati.