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Giovedì 30 gennaio 2025

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Gli agricoltori sfilano in corteo a Cuneo: “Salvateci o moriamo”

Nella mattinata di giovedì 30 gennaio, dalle 10 alle 12 tornano i trattori in centro città: "La situazione è sempre più pesante, troppe aziende rischiano di chiudere"

Cuneo

La Guida - Gli agricoltori sfilano in corteo a Cuneo: “Salvateci o moriamo”

A Cuneo torna la protesta del mondo agricolo: domani (giovedì 30 gennaio) con il corteo fino al centro del capoluogo è previsto il culmine della manifestazione, iniziata martedì 28 gennaio con il presidio nell’area industriale di Santa Margherita di Peveragno. Il percorso prevede l’arrivo da via Savona, poi corso Marconi, piazza Galimberti, corso Nizza, corso Brunet e viale Angeli (divieto di transito in corso Nizza e piazza Galimberti dalle 10 alle 12). Proprio come già avvenne un anno fa: segno che i problemi non sono risolti, anzi… “L’ultima novità che ci ha fatto cadere le braccia – spiega Ivo Pittavino, uno dei referenti cuneesi di Aai, Agricoltori autonomi italiani – è quella del Quaderno di campagna digitale: l’ennesimo appesantimento burocratico, che però è anche un aggravio di costi, insostenibile per le aziende che hanno redditi minimi, quindi qualcuno sarà costretto a chiudere”.
Il “movimento dei trattori” ha dato vita ad Aai, Agricoltori autonomi italiani, che si presenta come una nuova organizzazione per dare voce al comparto. In Piemonte conta oltre 4.000 imprese agricole, di cui se ne stimano due terzi in Granda, dove il tessuto delle piccole e medie imprese è forte, anche in agricoltura. La richiesta più forte, ora, è la dichiarazione dello stato di crisi per l’agricoltura italiana, in modo da mettere mano a provvedimenti straordinari per dare ossigeno al comparto e subito, a partire da una giusta remunerazione per chi produce, perché “un Paese senza agricoltori e pescatori non è libero e non ha futuro”. I temi sul tavolo vengono portati all’attenzione dei cittadini e vengono illustrati negli incontri di questi giorni, con un ampio documento, fornito anche al Prefetto Mariano Savastano, per chiedere che da Roma si intervenga presto.

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