Il progetto editoriale che sta alla base di questo volume si impegna a raccontare la figura di un beato tenendosi ben lontano dall’agiografia, anzi quasi privilegiando uno sguardo laico.
Poi però incappa, necessariamente parlando di Pier Giorgio Frassati, nella montagna con tutta la sua valenza simbolica, anche in riferimento al campo di fede personale. Associati al termine si trovano parole come roccia, sentiero, traccia, salita, tutte parole che ben prestano il fianco a una dimensione spirituale.
Così i “sentieri Frassati”, realizzati dal Cai, diventano “cammini”, non solo percorsi. Un termine cioè che sottolinea il dinamismo interiore che si nutre di riflessione e preghiera facendo il paio con ricerca. Descrive un itinerario di maturazione attraverso la costanza e l’integrità, non indenne dalla fatica, dal bisogno di sostegno, dal rischio di perdere di vista le tracce.
Il progetto di avere in ogni regione italiana un sentiero intitolato al giovane Frassati risale al 1996 e si è completato una decina di anni fa registrando ora 22 percorsi. Il libro dedica a questi sentieri soltanto l’ultima parte, per la verità abbastanza scarna rinviando al sito creato appositamente come alle pubblicazioni del Cai per dettagliate informazioni. Tutto il resto del volume è dedicato a tratteggiare la figura del beato attraverso testimonianze e articoli.
Le ragioni dell’evidente squilibrio sono giustificate dal senso che assumeva per Frassati l’esperienza del salire in montagna. I sentieri si intrecciano al cammino verso l’Alto, la cima è contemplazione della bellezza del creato, il silenzio spazio spirituale dove trovare le coordinate della vita.
Pier Giorgio Frassati e i suoi sentieri
di Antonello Sica
Effatà
euro 16