I costi sostenuti dal sistema sanitario in Piemonte per un ricovero o un esame saranno comunicati a chi riceve la prestazione sanitaria nel documento di dimissioni o degli esiti. A impegnare la giunta regionale in questa direzione è il Consiglio regionale che oggi, martedì 21 gennaio, ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato e illustrato dal primo firmatario Davide Zappalà (Fdi) e sottoscritto dai gruppi Pd (il secondo firmatario è il consigliere Pd Mauro Salizzoni), Lista Cirio e Fi in merito alla trasparenza dei costi della sanità.
Il documento, che è la sintesi di due Ordini del giorno sul tema presentati da Zappalà e Salizzoni, impegna la Giunta regionale a promuovere iniziative per “sensibilizzare i cittadini riguardo alla spesa sanitaria mediante una maggiore trasparenza sui costi sostenuti dal Servizio sanitario regionale per l’erogazione dei servizi”. In particolare, si prevede di indicare in calce ai fogli di dimissioni dal ricovero, agli esiti di esami, visite mediche ambulatoriali e sulle prescrizioni delle ricette per farmaci i costi sostenuti dal Servizio sanitario regionale in base alle attuali tariffe nazionali riconosciute (Diagnosis related group per i ricoveri e nomenclatore tariffario per le prestazioni ambulatoriali). Per le prestazioni completamente gratuite per i cittadini, il costo sostenuto dal Servizio sanitario regionale potrà essere accompagnato dalla dicitura che esso “non è da corrispondere, in quanto coperto dalle tasse dei cittadini piemontesi”. Per le prestazioni che prevedono il pagamento parziale del ticket, oltre al costo sostenuto dal Servizio sanitario regionale, potrà essere specificato che “non è da corrispondere, ad eccezione del ticket pagato”.
“Trovare scritto nel documento di dimissioni o degli esiti quanto quella prestazione è costata al Servizio Sanitario significa trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche per tutta la pubblica amministrazione – sottolinea Davide Zappalà – È essenziale che i cittadini siano consapevoli dell’architettura economica ed istituzionale in cui vivono e agiscono. Gli utenti del sistema sanitario, infatti, sono anche coloro che contribuiscono al finanziamento dei servizi con le proprie tasse, ed è importante trasformarli da semplici fruitori a conoscitori almeno dei costi delle prestazioni che ricevono”.
Nella proposta, che riguarda sia le Asl che le aziende ospedaliere, si richiede che venga indicato l’importo del DGR (Diagnosis Related Group), in modo che ci sia chiarezza e uniformità.
“Non si tratta solo di informazione, ma di un atto di rispetto nei confronti dei contribuenti, che con le loro tasse finanziano il nostro sistema sanitario” spiega Zappalà. “Ogni singola prestazione ha un costo, e i cittadini devono sapere esattamente quanto costa il servizio che ricevono, affinché possano valutare e apprezzare la qualità dell’offerta sanitaria regionale. L’auspicio è, inoltre, quello di venire a creare una società più attenta e rispettosa nei confronti dei servizi dati dallo Stato e dalle Regioni”.