Da oggi lunedì 20 gennaio è ufficiale, l’ingresso al Carle di Confreria è stato definitivamente spostato da quello centrale della palazzina storica, a quello laterale verso le camere mortuarie. Cartellonistica e indicazioni dirigono i cittadini verso l’entrata dove sono stati posizionati dei container con l’accettazione, la portineria e il Coge, ils ervizio di vigilanza. Si entra poi nell’ospedale dove è stata complatamente svuotata l’area rosa “A”, proprio quella parte storica. Dove da fine settembre sono iniziati i lavori: prima lo spostamento della mensa dei dipendenti con tanto di spazio cottura nelle aule che erano della formazione, poi si è aprtito dal secondo piano dove i lavori stanno procedendo a gran ritmo.
“Stiamo procedendo – spiega il capocantiere Aldo Petrone della ditta Mit srl di Nichelino, che ha vinto l’appalto dei lavori finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – in un cantiere iniziato a settembre, e con le demolizioni da novembre, dove lavorano in media 18/20 operai. Staimo predisponendo una sorta di cappa strutturale sul secondo piano dal sottotetto e poi procederemo negli altri piani. Tutta la struttura antisismica che si prerara parte dalle fondamenta e via via si lega di piano in piano fino al sottotetto e al tetto che sarà rifatto. Poi l’intero edificio sarà praticamente tagliato, cioè slegato dal resto dell’ospedale e collegato da un giunto di ferro che permetta alle due strutture di potersi muovere e permetterà poi i lavori nel resto dell’edificio”.
“In 20 mesi consegneremo il lavoro fatto – spiega il direttore generale del Santa Croce e Carle Livio Tranchida – e avremo una struttura che la Sopritintendenza ci ha indicato dover salvare con modalità antisismiche di sicurezza. Sarà staccata dal resto in modo che si potrà abbattere il vecchio quando sarà il tempo della costruzione del nuovo ospedale. Abbiamo fatto tutto, spostamenti di servizi e di interi reparti all’interno del Carle e dal Carle al Santa Croce con grande rapidità, riducendo al minimo i disagi e rispondendo a tutti. Il cantiere va avanti bene perché c’è un continuo monitoraggio tra l’azienda e i nostri uffici tecnici che ci permette di fare bene e di anticipare gli eventuali inconvenienti che capitano in un grande cantiere. Anche il bar troverà posto, abbiamo visionato due ambienti che potrebbero essere adattati per questo”.
Svuoatata la libera professione al secondo piano, si è proceduto con il primo spostando l’ambulatorio di reumatologia e la neuropsichiatria infantile e la cappella. Poi è toccato al pian terreno dove dovrà essere mantenuto, secondo indicazioni della Soprintendenza, anche il mosaico del pavimento. L’entrata per le carrozzine rimane a sinistra con gli ascensori adatti.