La sua auto era stata segnalata parcheggiata all’angolo tra via Savigliano e via Cacciatori delle Alpi, in modo tale da impedire alle altre auto di effettuare la svolta. Gli agenti della Polizia locale che erano intervenuti sul posto avevano chiamato il carro attrezzi per farla portare via. Una volta caricata l’auto sul mezzo diretto al deposito, uno dei due agenti era rimasto a piedi davanti al carro attrezzi per consentire al mezzo che procedeva contromano di farsi largo per effettuare la svolta e uscire dai vicoli del centro. “Mentre il mezzo procedeva con me davanti che regolavo la circolazione, si è avvicinato un uomo che ha dato pugni sul cofano del carro attrezzi e poi è salito sopra il mezzo, è entrato nell’auto e l’ha messa in moto nonostante fosse bloccata, ha acceso il motore cercando di saltare giù. Intanto urlava che dovevamo lasciarlo andare e che altrimenti finiva male”. L’agente ha raccontato di aver provato a calmare l’uomo (E. N. T., di origine camerunense), rinviato a giudizio con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, ma che quello non ne voleva sapere né di calmarsi né di scendere dal veicolo e che anzi se non gli avessero restituito l’auto avrebbe usato il coltello che aveva con sé. Vennero chiamate altre pattuglie di supporto ai due agenti e con l’aiuto dei colleghi intervenuti, dopo un po’ si riuscì a far scendere dall’auto l’uomo. Quest’ultimo però, per nulla calmato, iniziò a tirare calci e pugni tanto da ferire tre degli agenti (successivamente refertati in pronto soccorso con prognosi di sette giorni). Accompagnato prima al comando di Polizia locale e poi in Questura, l’attuale imputato avrebbe continuato a opporre resistenza agli agenti opponendosi alla fotosegnalazione. Alla domanda della difesa se il proprio assistito avesse chiesto la restituzione dell’auto a fronte del pagamento della multa, l’agente ha risposto che E. N. T. era subito entrato nell’auto mettendo in moto e accelerando: “Non ha chiesto la restituzione del veicolo, se ne è impossessato mettendolo in moto e cercando di saltare giù dal carro, mettendo a rischio la sua e la nostra incolumità”. “In ogni caso la procedura prevede che il mezzo che è stato caricato sul carro attrezzi arrivi fino al deposito dove viene scaricato e poi può essere riconsegnato al proprietario con gli estremi per il pagamento della multa”, ha aggiunto l’altro agente chiamato a testimoniare e che con il collega rimase ferito nella colluttazione con l’imputato. Il processo è stato rinviato al 14 febbraio per ascoltare tutti gli altri testimoni (immagine di repertorio).