Quell’ultima dose di crack assunta insieme al metadone che riceveva dal Sert gli sarebbe stata letale e così G. B. morì nel suo appartamento il 21 novembre 2023. A vendergli quell’ultima partita di droga consumata il 20 novembre insieme ad alcuni amici sarebbe stato secondo le indagini della Procura di Cuneo L. T., cittadino senegalese, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. In tribunale ha deposto l’agente della Questura che aveva svolto le indagini in seguito alla morte di G. B. analizzando il contenuto del suo cellulare, dal quale erano emersi diversi contatti con l’uomo già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici di spaccio. Nelle chat, gli agenti della Squadra Mobile avevano trovato diversi messaggi in cui l’uomo deceduto chiedeva all’attuale imputato di recarsi a casa sua per vendergli delle dosi di droga: “Sono due ore che ti aspetto, ho 100 euro, dimmi quando vieni”, scriveva il 29 ottobre. E ancora: “Chiama quando sei qua sotto, che ne voglio come l’altro giorno”, scriveva il 6 novembre. Il 19 novembre tra i due non ci furono messaggi ma due telefonate (di cui non si conosce il contenuto) dopo le 16, poi più niente. L’ultimo messaggio vocale dell’uomo fu registrato il 20 novembre ed era indirizzato al nipote che dormiva da qualche tempo a casa sua e con il quale doveva aver litigato perché nel messaggio lo invitava in malo modo a portare via la sua roba dall’appartamento. In aula ha deposto uno degli amici che condivideva con G. B. l’appartamento e che dopo aver riferito agli agenti della Mobile in Questura di essere certo che quell’ultima partita di crack l’amico l’avrebbe acquistata dall’imputato, in aula ha modificato la propria versione sostenendo di non sapere con certezza chi gliel’avesse venduta, ma di poterlo solo supporre dato che in precedenza l’aveva comprata parecchie volte da L. T. che era un suo amico e che in diverse occasioni aveva assistito allo scambio di soldi e cocaina tra i due proprio in quell’appartamento. “Avevo visto con i miei occhi altri acquisti anche nei giorni precedenti ma non quel giorno – ha riferito l’amico della vittima -. Quella sera l’abbiamo consumata insieme, suppongo fosse la stessa che aveva comprato nel pomeriggio perché quelli erano gli unici 100 euro che aveva per comprare cinque tegolini di crack”. In aula ha deposto anche un altro amico di G. B. che da qualche giorno dormiva in casa della vittima e che aveva anch’egli consumato quella partita di crack; l’uomo ha detto di non sapere da chi G. B. l’avesse comprata e di non sapere che L. T. fosse il suo fornitore abituale. “Ero arrivato dopo le 17 quel giorno e mi ero addormentato sul divano dove ho dormito fino all’ora di cena. Più tardi nella sera abbiamo consumato la droga insieme. Io non l’avevo pagata, me l’avevano offerta”. Il processo proseguirà il 22 maggio con tutti gli altri testimoni e la discussione.