Gianfranco Ravasi, biblista e cardinale, una delle voci più intense del panorama culturale attuale, scrive la biografia di Paolo, come riporta il sottotitolo partendo dalla sceneggiatura che Pier Paolo Pasolini scrisse pensando di realizzare un film su san Paolo. Un film che mai realizzò ma la cui sceneggiatura Garzanti ritrovò e pubblicò nel 1977. Quello di Pasolini, scrive Ravasi “è un invito a staccare Paolo da un mosaico absidale o dalle pagine agiografiche o dai saggi rigorosamente esegetici per farlo scendere nel nostro presente secolarizzato”. Così l’Aposotolo delle genti viene raccontato in otto capitoli in un percorso geografico e storico all’interno del suo epistolario. E in questo racconto Ravasi fa colti e continui riferimenti alla letteratura, da Werfel a Testori, all’arte, da Michelangelo a Caravaggio, al cinema, da Tarkovskij a Rossellini, alla filosofia, da Derrida a Cacciari, per raccontare un personaggio straordinario, la sua azione missionaria, la sua avventura teologica, la sua conversione, ma allo stesso tempo raccontandone anche i suoi tratti umani, lui ebreo osservante, cittadino romano, imbevuto di cultura greca e cosmopolita. Se è impossibile dire cosa sarebbe stato il Cristianesimo senza di lui, Ravasi in questo lavoro spiega bene cosa è diventata la nuova religione con lui. Un libro ricchissimo su Paolo che “introduce un nuovo profilo di Cristo – rileva Ravasi – come Signore cosmico in cui tutto sussiste, tutto è riconciliato e redento”
Ero un blasfemo, un persecutore, un violento
di Gianfranco Ravasi
Raffaello Cortina
19 euro