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Lunedì 6 gennaio 2025

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Comitato acqua bene comune su Alpi Acque: “no ai dividendi ai soci, reinvestire nel servizio”

Secondo il comitato cuneese è un bene l'ingresso di Alpi Acque nel consorzio Cogesi, ma resta il nodo dei profitti: vanno reinvestiti nel servizio

Fossano

La Guida - Comitato acqua bene comune su Alpi Acque: “no ai dividendi ai soci, reinvestire nel servizio”

Di seguito il comunicato con cui il Comitato cuneese acqua bene comune commenta le dichiarazioni del Consigliere comunale di Fossano Balocco in merito all’ingresso di Alpi Acque in Cogesi

“Il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune è soddisfatto che il proprio intervento sul voto al consiglio comunale di Fossano per l’ingresso di Alpi Acque in Cogesi abbia contribuito a rendere di pubblico dominio una discussione che riguarda tutti i cittadini. Apprezziamo che il consigliere Balocco abbia voluto anche lui rendere pubbliche le sue motivazioni.

Da parte nostra è condivisibile l’idea che in Cogesi i territori continuino ad essere rappresentati in ragione della popolazione e dell’estensione geografica come già avviene attualmente. Nella delibera votata a Fossano, come in altri comuni soci, non è ancora delineato il modo di compartecipazione delle società socie territoriali alla capitalizzazione di Cogesi: questo argomento sì che è di competenza di tutti i sindaci che devono risolverlo entro il 30 marzo. Una soluzione potrebbe essere quella che ogni consorziata conferisca a Cogesi una quota del proprio patrimonio proporzionale al numero di abitanti e all’estensione del territorio servito. Ciò che desideriamo riaffermare è che è assolutamente urgente dotare Cogesi di un patrimonio sufficiente a poter accedere al credito bancario! La patrimonializzazione di Cogesi può avvenire solo se tutte le società pubbliche, Alpi Acque compresa, ne fanno parte e sono disposte a contribuire.

Purtroppo ravvisiamo nella seconda parte della replica di Balocco, ancora una volta, l’espressione di un concetto di “proprietà” delle aziende pubbliche che deriva da un ragionamento meramente capitalistico che il referendum del 2011 aveva definitivamente bocciato con l’espressione “fuori i profitti dall’acqua!”. Concetto che negli anni addietro, quando Alpi Acque era mista, ha fatto sì che oltre al socio privato Egea, anche il comune di Fossano portasse a casa ingenti dividendi realizzati sulle bollette di un servizio essenziale pagate dai cittadini di tutti i comuni gestiti. Erano quelli gli anni nei quali gli altri comuni, anche grandi come Saluzzo e Savigliano, avrebbero dovuto riequilibrare le loro quote azionarie facendo cessare l’inopportuno vantaggio economico del comune di Fossano. Noi lo segnalammo più volte ma al comune di Fossano, anche sotto la guida di Balocco, ciò andava troppo bene per cambiarlo. Ora, quando il consigliere afferma che sarebbero tutti i sindaci soci di Cogesi a dover riequilibrare la partecipazione azionaria versando al comune di Fossano il “prezzo” della sua quota eccedente il 20%, persevera in quel concetto capitalistico non applicabile all’acqua. Alpi Acque per oltre un anno ha discusso al suo interno di come mettere in atto la sua pubblicizzazione: Fossano aveva il 33% delle quote, quello era il momento di costringere il sindaco ad affrontare il tema del riequilibrio. Anche ora l’ambito nel quale affrontare l’argomento è prettamente interno ad Alpi Acque e non ha nulla a che vedere con la modifica dello statuto né con le modalità di ingresso in Cogesi.

Sottolineiamo inoltre, soprattutto a giovamento degli utenti di Alpi Acque, che il riacquisto con fondi propri delle quote del privato, nonché la sottoscrizione dell’aumento di capitale di Cogesi, è stato realizzato con gli utili del servizio pagato dai cittadini. Quindi, anche se il comune di Fossano è salito formalmente al 64% in realtà quei soldi sono stati prelevati dalle bollette degli utenti che a gran maggioranza non risiedono nel comune in questione e che ne sono i veri “proprietari”.

Il Comitato invece contesta fortemente il fatto che nel nuovo statuto di Alpi Acque sia stata mantenuta la disposizione di distribuire dividendi per almeno l’80% degli utili ai comuni soci. Quanto sopra cozza in modo dirompente con l’obbligo contenuto sia nella delibera di affidamento che nello statuto di Cogesi secondo cui tutti gli utili vanno reinvestiti nel servizio. Invitiamo sia Egato4 che Cogesi a voler intervenire per cassare questa previsione incompatibile con la gestione pubblica dell’acqua

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