Un’unica lista in campo gli ha garantito a giugno la riconferma a sindaco: “Però – dice Emanuele Vaudano – mi manca un’opposizione che serva da sprone, da pungolo e sulla quale in più di un’occasione ho potuto fare affidamento”.
Quello che a quei giorni era difficilmente ipotizzabile era che Emanuele Vaudano, nato a Torino nel 1986, laureato in Giurisprudenza, imprenditore nel settore del recupero dei materiali ferrosi, sindaco di Paesana, oggi si sarebbe ritrovato con indosso i panni del presidente dell’Unione Montana dei Comuni del Monviso.
Lei sarà ancora il presidente dell’Unione, nonostante la scadenza virtuale del mandato fosse stato ipotizzata al 31 dicembre? Scade oggi invece l’Unione, così com’è strutturata oggi?
Certamente si. Non ci sono regole su mandati a tempo. Se passasse la legge sulla montagna che prevede la fusione fra Unione Montane ecco che allora cambierebbe lo scenario, ma al momento questo non è previsto, per cui sicuramente il mio mandato non terminerà certo il 31 dicembre.
A che punto è il restyling dell’Unione dei Comuni?
§Stiamo lavorando per un’Unione Montana funzionale dove vantaggi e svantaggi dovranno essere uguali per tutti. Non solo vantaggi per i piccoli e svantaggi per i grandi. Con l’Unione che tratterrà per sé quelle funzioni che aiutano tutti i comuni come sociale, turismo, scuole, protezione civile, polizia locale, urbanistica, bonifica montana…
Vincere le elezioni è stato facile, ma amministrare per i prossimi 5 anni lo sarà meno. Paesana ha due problemi: la Casa di riposo che rischia di chiudere ed il ponte che rischia di cadere, un rischio certo ma è comunque un rischio.
Fra ponte e casa di riposo: scelgo la seconda, dà lavoro ed un tetto ai nostri anziani, ma servono 6 milioni di euro per realizzarne una nuova dove oggi c’è il parco ed abbattere la vecchia per fare spazio ad un nuovo parco. Per quel che riguarda il ponte posso dire senza timore di smentita che oggi versa in condizioni identiche a quelle in cui versava anni fa, subito dopo i lavori effettuati dal mio predecessore Mario Anselmo e che all’epoca ne garantivano la tenuta per i vent’anni successivi. Questo nonostante l’inclinazione di due centimetri verso ovest, peraltro prevista. Va detto che per la Casa di riposo dovremo farvi fronte con fondi nostri ed attualmente inimmaginabili, mentre per il ponte (4 milioni di euro) contiamo sull’apporto di qualche privato. Ma Casa di riposo e ponte non sono gli unici ostacoli che dovremo affrontare e superare: ci sono anche il mai semplice rinnovo della concessione di captazione rilasciata all’Acqua Eva e l’innevamento artificiale a Pian Munè.
Chi sarà il prossimo presidente del Parco del Monviso?
Difficile dirlo. Persa per i ben noti motivi la possibilità di eleggere Elisa Tarasco, che avrebbe avuto capacità e conoscenza della materia, vedo un esponente di Revello come il collante ideale fra montagna e pianura e mi piacerebbe che questo fosse un pensiero comune. Ma la pianura non si espone e quindi non so assolutamente dove andrà a parare.