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Domenica 22 dicembre 2024

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La natura composita e ancestrale delle colline e lo spirito della terra

Doglianese, morto nel 2011 a 76 anni, Gianni Gallo è stato un personaggio unico ed irripetibile

Dogliani

La Guida - La natura composita e ancestrale delle colline e lo spirito della terra

Doglianese, morto nel 2011 a 76 anni, Gianni Gallo è stato un personaggio unico ed irripetibile, un vero protagonista, che con le sue incisioni ed i suoi disegni ha saputo interpretare e rappresentare in modo originale e sublime la natura e lo spirito della terra di Langa. La sua grande cucina-laboratorio, ove ha realizzato quasi tutte le sue opere, era un porto di mare, sempre aperta a tutti in qualsiasi ora del giorno e della notte ed era diventata un vero e proprio cenacolo culturale, frequentato da amici, artisti ed intellettuali provenienti da ogni dove. Migliaia i suoi disegni, xilografie, acqueforti, manifesti regalati ad un’infinità di amici. E le sue inimitabili etichette, che continuano a viaggiare in tutto il mondo. Nasce a Dogliani nella cascina di Ribote, in frazione San Luigi, in una famiglia di proprietari terrieri che lavorano la terra e le vigne da generazioni.  L’esperienza della vita e del lavoro in campagna costituisce l’elemento di base della sua formazione, sia per la conoscenza approfondita del mondo naturale e l’attenzione costante ad esso, sia per l’abitudine al lavoro manuale che sviluppa in lui sin da bambino una abilità pratica eccezionale che poi applicherà nell’uso di matite, rapidograph, bisturi, sgorbie, bulini. Dopo il Liceo Classico a Torino, frequenta per un paio d’anni il Politecnico ma, terminato il servizio militare, nel 1964 ritorna definitivamente a Dogliani nella casa di famiglia. Lavora nelle vigne e in cantina insieme al padre e al fratello maggiore Carlo, riprende a giocare a calcio in squadre di dilettanti, frequenta, come tutti gli uomini di famiglia, i bar del paese. Intanto intensifica l’attività di studio personale, ma soprattutto si esercita nel disegno secondo schemi e modelli personali. Dal 1967conosce il pittore Claudio Bonichi e il maestro Eso Peluzzi con i quali fa esperienze nel campo dell’incisione (dall’acquaforte alla xilografia) e della grafica. Di questi anni sono le prime etichette per l’azienda di famiglia Ribote, e dalla fine degli anni ’60 inizia a disegnare e a stampare le etichette per aziende di amici, le prime quelle per Mauro Mascarello, per Celso ed Enrico Abbona e per il Castello di Verduno, poi per la cantina Vietti di Castiglione Falletto. E poi le “Etichette d’autore” che verranno realizzate per riserve di Barolo e di Barbaresco. Stampa le prime etichette, come pure le prime xilografie, presso tipografie artigianali di Dogliani dove lavora in modo totale, dall’idea al disegno, ai passaggi colore su carta vegetale realizzati a mano, alla scelta dei caratteri e al montaggio delle scritte, fino alla stampa vera e propria. É un lavoro di approssimazioni graduali perché il risultato sulla carta sia il più possibile vicino al progetto disegnato e acquerellato.. E ancora lavora per cinquant’anni per e con amici produttori di Dogliani, Barolo, Castiglione Falletto, La Morra, Monforte, Serralunga, disegnando fiori, erbe selvatiche, uccelli, insetti, frutti, alberi, la natura della Langa che ben conosceva ed amava.

Scriveva Lorenzo Mamino: “A Dogliani ma un po’ fuori, in una casa sopravvissuta al progresso e al boom economico che ormai, anche in Langa, ha cambiato anche il mondo contadino. Gianni Gallo decide di ritirarsi da questo mondo, di abitare ancora, con la mente e con le mani, nel suo vecchio mondo, di presenze e di suoni, in quel mondo che sta scomparendo. Di farlo con fredda determinazione. Prova e emblema di questa determinazione saranno disegni, xilografie e incisioni dal segno statico, sempre uguale, continuo, definitivo, senza tentennamenti e senza sfumature. I temi sono quelli di una natura non morta ma in agonia: fiori e frutta di una volta, uccelli che erano compagni dei lavori in campagna, durante l’aratura, la mietitura, la vendemmia.”
Estraneo e del tutto disinteressato al mercato dell’arte, organizza un’unica mostra ad Alba nel gennaio del 1975, nella quale espone una serie di incisioni, realizzate con tecniche diverse, sullo stesso tema: due chiocciole, due coccinelle, due cespugli di erbe che si fronteggiano. Altre mostre sono state realizzate da amici: nel 1981 presso la Ca’ dj’Amis di La Morra, nel 2006 al Caffè San Marco di Trieste, nel 2008 a Dogliani con le tavole a china acquerellate di “Uccelli di Langa” e nel 2009 a Loano presso l’Oleificio Polla.
“È un artista, disegnatore, un incisore sopraffino che ha la rara capacità di saper tradurre per noi le forme della natura – scriveva Carlin Petrini – A guardare bene le sue incisioni, riprodotte su un’ infinità di etichette di vino e di grappa, si resta sbigottiti per come una spiga, una coccinella, un grillo, un fiore di campo, riemergano dalla carta nella loro essenza”
Nel 2022 grandArte ha esposto alcune sue opere a Dogliani nella cappella restaurata del complesso architettonico della Sacra Famiglia, del neogotico schelliniano dove Entico Perotto svriveva “Gianni Gallo è una figura emblematica di artista con la mente e il cuore ben radicati nella realtà del mondo contadino delle sue origini. Amante della libertà, per più di sessant’anni “Galet” ha disegnato e inciso su lastre di zinco e su legno  la natura composita e ancestrale delle Langhe, con uno sguardo ora più analitico e descrittivo, ora più disposto a veleggiare sulle ali dell’immaginazione. Ha trasformato l’aspetto esteriore dei fiori o delle ali di un insetto in forme gra- fiche inconsuete; ha rivisitato la simbologia del mondo animale nella tradizione favolistica e si è divertito a reinventare le figure delle carte da gioco e a fermare il tempo del transito di un vetusto “treno impossibile”, mostrandolo sospeso nello spazio di un’amena e solitaria Valle Roya, fuoriuscita da una cartolina d’antan. Il tutto ci appare trattato da un lato con leggerezza e dall’altro con accenti ironici o grotteschi, manifestando una certa predilezione per la composi- zione geometrica e le strutture formali astraenti, fondate su un disegno accurato e piacevolmente decorativo, ma che può nascondere messaggi di inattese inquietudini esistenziali, oltre che di amara critica, per nulla velata, nei confronti della società del suo tempo”.

Gianni Gallo

Gianni Gallo Albero-del-castagno-colori

Gianni Gallo Albero-del-castagno-colori

Gianni Gallo

Gianni Gallo

Gianni Gallo

Gianni Gallo

Gianni Gallo

Gianni Gallo

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