Un incontro ampio e partecipato, per affrontare situazioni di difficoltà ed emergenza che nei giorni scorsi sono sfociate in dramma: nella mattinata di oggi (venerdì 20 dicembre) in Prefettura a Cuneo è stato avviato un nuovo “Tavolo sociale”, che rimarrà operativo anche nel prossimo periodo, anzitutto per affrontare l’inverno.
Lo ha voluto il Prefetto Mariano Savastano, che ha chiamato a raccolta i referenti dei principali Comuni della Granda, i servizi sociali, le Caritas, le Asl, le forze dell’ordine e quanti possono avere a che fare con fragilità e povertà sul territorio. L’obiettivo è avviare una gestione partecipata e integrata dei problemi, dal sanitario al socioassistenziale all’ordine pubblico, coinvolgendo i diversi livelli istituzionali e operativi.
L’intervento prende spunto anche dalla recente tragedia albese – il decesso di Issa Loum e Mamadou Saliou Diallo, due giovani (24 e 28 anni) di origine africana, causato per asfissia dopo che avevano acceso un braciere per scaldarsi in uno stabile abbandonato – per cercare di dare qualche risposta a fenomeno complessi e di vasta portata. Per questo il rappresentante territoriale del governo ha convocato più realtà.
“Dopo l’evento drammatico che ha coinvolto i due ragazzi – spiega il Prefetto Mariano Savastano a margine dell’incontro – ho sentito il bisogno, a nome di tutte le istituzioni, di indire questa riunione, che ho chiamata Tavolo sociale a tutela dei più deboli e dei più fragili. Abbiamo tratteggiato la presenza sul nostro territorio di tanti stranieri, da quelli regolari a quelli irregolari passando per quelli richiedenti protezione internazionale, finendo per parlare degli ‘ultimi’ della scala sociale, cioè coloro che per tanti motivi (homeless, senza fissa dimora, ecc.) sono al di fuori di una rete di assistenza e sono anche difficili da rintracciare. Molti di loro spesso, e lo abbiamo colto nelle varie testimonianze, non vogliono essere individuati. Alcuni rappresentanti di sanità e servizi sociali hanno anche parlato di un rifiuto specifico di essere aiutati, di una volontà di rimanere ai margini. Magari perché si è perso il lavoro, perché non si ha una famiglia né amici, oppure per problemi psichici. Si innesca così un circolo vizioso, si cade nella dipendenza (droga, alcool). E non si tratta soltanto di cittadini stranieri, ma anche di italiani”.
Quali scelte operative sono emerse dall’incontro?
“Il sindaco di Alba ha aumentato i posti di accoglienza, ha messo a disposizione locali destinati alla Protezione civile che verranno gestiti dalla Croce Rossa insieme alla Caritas (per la mensa), con 15 nuovi posti; allo stesso modo a Cuneo verrà aumentata la capienza, perché abbiamo messo a disposizione un ulteriore spazio (quello indicato in genere come ‘spazio della Prefettura’ per la prima accoglienza, prima della destinazione ai vari centri). Dato che in questo periodo gli spazi sono liberi, abbiamo raggiunto l’accordo con il Comune e la Croce Rossa per attivare rapidamente almeno una ventina di nuovi posti, a disposizione nel capoluogo. È una prima risposta importante, e io volevo che giungesse, perché siamo in inverno e le temperature sono rigide, ci sentiamo in dovere di farlo”.
Un problema che si collega ad altre criticità.
“Certo, e oggi non abbiamo taciuto delle enormi difficoltà che ci sono, di natura economica, di formazione del personale, di interventi spesso non sufficienti. Abbiamo però posto un punto fermo, anche in linea con le indicazioni del ministero: i casi emergenziali andranno trattati in modo collegiale, sono esclusi interventi singoli una parte, senza dialogo ad esempio tra Polizia, Croce Rossa o Asl. Chiunque entri in contatto con un caso emergenziale deve attivare immediatamente le altre. Questo Tavolo sociale a tutela dei più deboli e dei più fragili è stato aperto ma non chiuso, almeno per tutto l’inverno: quando c’è bisogno ci si incontra, si attivano i soggetti utili, proprio per prevenire, evitare altri casi. Questo vuole essere uno sprone a tutti noi a saper cogliere quei segnali di criticità e quelle vulnerabilità personali, per fare immediati tavoli in cui parte sanitaria, sociale, assistenziale e di sicurezza possano approcciare i problemi in modo multidisciplinare, per dare risposte”.