Dopo tre giorni di discussione e oltre 4.000 emendamenti presentati dalle opposizioni, il consiglio regionale ha approvato questa mattina (venerdì 20 dicembre) il Ddl 51 sul personale. Non sono mancate le polemiche, con la minoranza che ha abbandonato l’aula al momento della votazione per protestare contro il provvedimento fortemente voluto dall’assessore al Pesonale Gian Luca Vignale.
Il disegno di legge toglie il requisito dei cinque anni per diventare dirigenti o direttore adeguandosi alla legge Bassanini, modifica che fin dal’inizio aveva incontrato le forti contrarietà di Pd, M5S e AVS che ritengono il provvedimento un “escamotage” per “dare poltrone a qualcuno in particolare, qualcuno con un nome e un cognome” (M5S).
Gianna Pentenero (Pd) ha dichiarato: “Non è una proposta di riorganizzazione della struttura regionale. Si elimina solo il requisito dell’esperienza di 5 anni dei dirigenti per fare i direttori. Ci siamo opposti sia con ostruzionismo sia nel merito”.
Alice Ravinale (Avs) ha detto: “Vi preoccupate solo delle posizioni apicali, avete inquinato la cultura con il merito e qui fate esattamente il contrario”. Anche Vittoria Nallo è intervenuta, affermando che “non c’è una visione ampia in questo Ddl. non è la facilitazione dei requisiti che si cerca di ottenere ma sarebbe più importante la conciliazione di vita e lavoro”.
A respingere le accuse l’assessore al Personale, Gianluca Vignale, che ribadisce “non è assolutamente una legge ad personam, è una legge che consente non a qualcuno ma a tutte le persone con qualifica dirigenziale di poter concorrere al ruolo di direttore. E dice che i titoli e la meritocrazia valgono più dell’anzianità, che è quello che succede nel mondo del lavoro normale. Proviamo a rendere la Regione una macchina efficiente – conclude -, l’efficienza è il nostro dovere”.
Al termine della seduta sono stati anche approvati due ordini del giorno collegati al Ddl: quello a prima firma Pentenero, “Superare le criticità del lavoro agile in Regione Piemonte, verso un futuro più efficiente e connesso anche nel pubblico impiego” e quello di Ravinale “Maggiore supporto al congedo parentale e introduzione del congedo di paternità obbligatorio”.