Giovanni Cerutti nel suo instancabile lavoro di valorizzazione degli angoli più o meno nascosti di Cuneo, ora invita, è il caso di dirlo visto il titolo, a riscoprire il palazzo comunale. È certo un palazzo che tutti i Cuneesi conoscono, o almeno credono, perché le pagine del libro offrono ampio materiale per ricredersi.
L’invito si regge su un assunto: non basta la frequentazione di un luogo per dire di conoscerlo. Quante volte abbiamo salito lo scalone attirati, e forse anche inorgogliti, dal tappeto rosso che fa da guida e insieme da distrazione. Sì, perché di fatto risulta difficile alzare lo sguardo, osservare. E quanti si dirigono agli sportelli dell’anagrafe incuranti del grande lampadario nel Salone d’onore?
È il caso di mettere da parte, almeno una volta, le incombenze burocratiche e accorgersi delle opere alle pareti, dei ricordi storici che custodiscono. Proprio qui si appunta l’invito di Giovanni Cerutti, magari anche facendo appello a un sano orgoglio cittadino che sappia valorizzare ciò che le generazioni precedenti hanno lasciato affinché continuasse a parlare nel tempo.
Così l’autore ricorda il primo momento della vita di questo palazzo quando nel 1628 il Comune stipulò un patto con i Gesuiti per l’erezione di una chiesa e di un collegio “per benefizio pubblico della città”. La chiesa è quella poi intitolata a Santa Maria, mentre il collegio venne edificato dopo andando a costituire quasi per intero il blocco dell’attuale Palazzo Comunale. La statalizzazione dell’istruzione prima e la soppressione della Compagnia di Gesù dopo portarono all’acquisto dell’intero edificio da parte dell’Amministrazione Comunale che comportò alcune trasformazioni architettoniche e dei volumi interni per renderli consoni alla nuova funzione.
Chiarita la storia inizia una dettagliata visita salendo dapprima lo scalone, poi entrano nei locali con le testimonianze più significative. I vari passaggi sono un’occasione per ripercorrere pagine della storia cuneese e italiana, per scoprire alcuni personaggi che hanno lasciato il loro segno nella città. Affreschi, busti, lapidi con le relative iscrizioni raccontano di secoli vivaci, di avvenimenti drammatici, a cominciare dagli assedi, ma soprattutto consentono di avvicinare alcune curiosità che solo un occhio attento mette in evidenza: vedere i colori della bandiera italiana nell’affresco dipinto sulla volta del Salone d’onore per credere e magari impegnarsi a uno sguardo meno distratto.
Benvenuti nella casa “Comune” di Cuneo
Giovanni Cerutti
Fotografie: Teresa Maineri
Primalpe
15 euro