La neonata “Associazione per una Cuneo Multietnica”, in occasione della Giornata internazionale dei migranti istituita dall’Onu, vuole condividere una riflessione sull’essere migranti oggi a Cuneo, “partendo esprimendo il nostro cordoglio per la morte di Issa Loum e Mamadou Saliou Diallo avvenuta ad Alba qualche notte fa. Mentre cercavano di scaldarsi in un giaciglio di fortuna. Tante volte nei casi di cronaca sentiamo “poteva succedere ad ognuno di noi”, forse sì. A noi, o comunque a Cuneo. Conosciamo tante situazioni di persone marginalizzate che non godono il privilegio di una rete sociale stabile, e non è un caso se sempre di più le persone che si ritrovano a vivere ai margini sono migranti. Anche per questo motivo abbiamo creato le nostre singole associazioni, per sostenere e intervenire nel caso di bisogno di connazionali. Non conoscevamo di persona questi due ragazzi albesi, ma conosciamo bene storie di chi si trova ai margini perché ci lavoriamo a contatto come mediatori culturali, come operatori sanitari, come membri di famiglie allargate e delle comunità.
Partiamo dal presupposto che conosciamo questo sistema perché l’abbiamo vissuto, e che è il sistema in vigore di “accoglienza” che porta chi arriva in Italia a diventare marginale. Non il fatto di esser stranieri. Con il tempo le leggi che vengono votate e applicate sviliscono chi arriva da lontano e lo mettono davanti ad una serie di sfide che rende forte chi sopravvive. Ma demolisce e logora chi perde fiducia. Come ad esempio quelle che permettono di far uscire le persone accolte nei centri SAI (Sistemi d’Accoglienza Integrata) senza aver trovato alternative abitative, ma con la lista dei dormitori disponibili in Provincia. Dormitori dove poi si ritrovano a dover lottare mettendosi in coda ore prima per paura di non aver il posto assicurato.
Il sistema sta implodendo e noi non vogliamo stare in silenzio. Molti di noi, anche chi è qui da molto tempo, stanno sperimentando sulla propria pelle cosa significhi la discriminazione razziale per l’accesso al lavoro o alla casa, o anche solo cosa siano e cosa possano innescare gli sguardi timorosi di chi ci incrocia per strada. O ancora cosa voglia dire essere l’unica persona razzializzata nella stanza, o sentirci chiedere “da dove vieni?” prima ancora del nome. Questi sono elementi che frenano quella tanto reclamata “integrazione/inclusione/convivenza civica”. Qualunque sia il modo che vogliamo usare per chiamarla. Spinti da questo, dall’aumentare della migrazione nella nostra città, della presenza di più nazionalità e culture, un anno fa è iniziato il percorso di nascita di una rete con l’obiettivo di costituirsi in consulta comunale. Un ente istituzione per dare opinioni, indirizzi e strumenti antropologici in un contesto socio urbanistico in continua trasformazione. Si sta formalizzando proprio in questi giorni l’associazione “Per una Cuneo multietnica”, che farà da cappello a questa rete che coinvolge realtà provenienti da 4 continenti. In questi mesi ci siamo confrontati per creare uno statuto, un direttivo, interrogarci sugli obiettivi e metodi da adottare.
Ognuno di noi, con la propria cultura, il proprio bagaglio professionale, emotivo e politico, vuole darsi strumenti per intervenire nel dibattito sociale da cittadino attivo. Andando al di là delle barriere che possono differenziarci, ma mettendo al centro l’essere “persone di origine straniere” e la voglia di sentirci parte di un tutto. Sentiamo per esempio spesso parlare di “stranieri”, ma son rare le volte che veniamo direttamente interpellati. Ringraziamo il Comune di Cuneo che tramite il Punto Meet ( composto dalle cooperative sociali Fiordaliso, Orso, Emmanuele e Momo e dall’Associazione Spazio Mediazione & Intercultura,) che lunedì ha avviato ufficialmente il progetto ‘Diritti Migranti’, finanziato dalla Fondazione CRC, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione dei cittadini stranieri nel territorio cuneese attraverso azioni concrete. Un passo importante per le nostre comunità, per alimentare il nostro protagonismo civico dando strumenti e spazi di ascolto. Siamo parte integrata di questo paese, non vogliamo più morirci giovani, ne essere strumentalizzati nel dibattito politico”.