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Venerdì 17 gennaio 2025

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Nuove strutture e segni primari con le mappe del disegno e della geometria

Serena Gamba, 42 anni, vive e lavora a Racconigi, dove è co-fondatrice, a fianco di Alessandro Gioiello, di Spazio PPP

Racconigi

La Guida - Nuove strutture e segni primari con le mappe del disegno e della geometria

Serena Gamba, 42 anni, vive e lavora a Racconigi, dove è co-fondatrice, a fianco di Alessandro Gioiello, di Spazio PPP. Si diploma in architettura al Liceo Artistico Ego Bianchi di Cuneo per poi studiare grafica presso l’Istituto Europeo di Design di Torino. Ha seguito il corso di incisione presso l’Ecole des Artes di Bruxelles. Nel 2016 tiene la sua prima mostra personale “Datum – Dida” presso la la Van Der Gallery di Bolzano. Nello stesso anno viene invitata a partecipare al “Premio Lissone” e al Premio Suzzara “No Place.Space”. Nel 2017 vince l’edizione di Beijing del “Tina Prize” e partecipa ad Art Verona con Isolo 17 Gallery, con cui attualmente collabora. Nel 2018 risulta tra i finalisti del “Combat Prize” ed espone al Museo Civico G. Fattori, ex Granai di Villa Mimbelli. Nel 2019 vince l’Artkeys Prize per la sezione Pittura e partecipa come finalista alle mostre collettive per il Premio Nocivelli e lo Yicca Contest. Espone al Castello di Govone per Art Site Fest. Nel 2021 in occasione di Art Verona vince il premio “A Collection Prize” che la vedrà impegnata in una residenza volta alla produzione di un arazzo contemporaneo, mescolando antiche tecniche artigianali e nuove tecnologie.
“La mia ricerca – dice Serena Gamba nella sua presentazione -si muove intorno al significato di pittura e delle sue declinazioni in relazione con le altre arti visive e applicate.
Le immagini della Storia dell’Arte, svuotate del loro significato originario, vengono rielaborate per far emergere la loro natura essenziale, lontana da forme viziate e precostituite.
I generi e i materiali della pittura, le basi del linguaggio parlato e scritto, gli elementi costitutivi del disegno e della geometria vengono condensati in nuove strutture e segni primari, attivando al contempo un processo di negazione e ricostruzione di una nuova immagine. Questi elementi strutturali, siano essi scultorei o pittorici, definiscono un’architettura, un alfabeto visivo, indirizzano e lasciano piena libertà di interpretazione e rielaborazione. Attingere dunque dalle cose del mondo, che siano opere classiche o forme primordiali, per ridefinire un personale immaginario, generare una sensibilità estetica e formale verso l’inspiegabile mistero della pittura”.
Serena Gamba approfondisce e propone una rilettura offrendo nuovi spunti di riflessione sull’importanza dell’essenza stessa dell’arte in diversi ambiti: lo studio e la rappresentazione dello spazio e delle regole che determinano la struttura dell’opera d’arte; la percezione dell’opera sia nello spazio ospite (museo, spazio espositivo, studio) sia nello spazio in cui l’opera è accolta (tela – foglio di carta – supporto in genere); l’opera vive in quanto parte di un insieme di opere; l’archivio e l’arte della memoria come strumenti e atti di conservazione e testimonianza; l’evoluzione infinita nello spazio/tempo fisico e concettuale dell’opera;-l’importanza del concetto di classico nella storia dell’arte e dell’annullamento dell’opera d’arte causa la moltitudine di immagini e stimoli visivi presenti nella nostra epoca.
“Il mio modo di operare – continua – propone una forma di percezione dell’immagine senza “immagine”. In questa ricerca, gli spazi immaginati, i collages, le produzioni con le parole, le piante e mappe, le prospettive inverse, così come i  libri e le tavole di paraffina incisa hanno una comune ricerca: fino a che punto il ricordo riuscirà a indagare e/o rallentare l’oblio?”
“Memoria e oblio sembrano due termini contrari, antitetici, difficilmente conciliabili. Al processo di assimilazione si oppone un’idea di perdita, di allontanamento – di un ricordo o di un pensiero – tanto faticosamente conquistato e assimilato – scrive Alessandro Botta – Serena Gamba incomincia a realizzare le sue “letture” ripercorrendo quelli che sono gli esempi più alti della cultura figurativa occidentale e soprattutto Rinascimentale, attraverso uno studio attento della storia dell’arte e dei suoi episodi figurativi più paradigmatici. I suoi interessi si rivolgono, tra gli altri, verso le opere di artisti quali Piero della Francesca, Antonello da Messina, Domenico Veneziano e Jan van Eyck.  Le sue tele (grezze) – che molto spesso replicano le dimensioni effettive delle opere di questi autori del passato – diventano il luogo per esaltare il valore prorompente dei soggetti, evocati attraverso l’uso inaspettato della parola; un modo per sfuggire, insomma, alla natura transeunte dell’immagine. Forzare il sistema della memoria vuol dire attribuire agli elementi costitutivi dell’opera un’identità semantica autonoma, tale da costituire una “mappa”, un reticolo verbale, che rispecchi non soltanto la disposizione di questi nel contesto del dipinto (originario) ma anche fornire indicazioni di natura dimensionale, utilizzando unicamente l’uso della scrittura, dilatata graficamente o ridotta secondo le esigenze“.

Serena Gamba

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