Calderoni, già da sindaco di Saluzzo, da anni chiede modifiche urgenti alla Legge Bossi-Fini che regola i meccanismi di immigrazione, norme del tutto inadeguate a livello nazionale e nello specifico per il cuneese, il primo distretto frutticolo del Piemonte, dove ogni anno migliaia di braccianti stagionali, per la maggior parte migranti dall’Africa, vengono impiegati per la raccolta di pesche e mele.
“Da anni, e di recente anche sulla questione dei femminicidi – precisa Calderoni – la premier Meloni e il suo vice Salvini portano avanti una narrazione tossica per cui i migranti sono responsabili di tutte le disgrazie di questo Paese. Spesso è vero, invece, l’esatto contrario: senza lavoratori stranieri nelle campagne della Granda la frutta resterebbe sugli alberi, senza bambini di famiglie migranti asili e scuole nelle vallate sarebbero già chiuse da tempo. Le aziende, ad esempio in un territorio ricco e produttivo come la provincia di Cuneo, sono alla continua ricerca di nuove assunzioni e gli unici che si presentano sono migranti”.
“Basta con la propaganda – conclude Gribaudo-. E’ ora di mettere in campo politiche efficaci di integrazione reale, per dare dignità a tutte le persone ed evitare emarginazione e che portano gravi disagi ed a volte addirittura alla morte dei più deboli. Abbiamo l’obbligo morale di far diventare questi nuovi italiani sempre più parte integrante ed integrata della nostra comunità”.