Rivalutare, anche culturalmente, il concetto di “lavoro artigiano”. Questo il senso di tante iniziative messe in campo da Confartigianato Cuneo per trasmettere, specie ai giovani, il valore del lavoro e le specificità di un comparto che rappresenta cifra distintiva del tessuto economico territoriale e nazionale. Tra le varie progettualità, lo scorso 10 dicembre, una folta delegazione dell’Associazione di Categoria, ha incontrato gli studenti del CNOS-FAP di Fossano, dialogando con gli studenti sia sulle tematiche del lavoro e dell’artigianato in generale, sia approfondendo poi le varie particolarità sulla base dei corsi di studi dei ragazzi: acconciatura ed estetica, carrozzeria, termoidraulica, elettronica, meccatronica.
Accolti dalla direttrice Cristina Calvo, guidati dal presidente di Zona, Comm. Clemente Malvino, dai due vicepresidenti zonali Sergio Cravero e Massimo Gianoglio e dal vicepresidente provinciale Michele Quaglia, hanno partecipato all’incontro, raccontando le loro esperienze di imprenditori, Samuele Bartolotta, Maria Bertola, Daniela Biolatto, Dario Dotta, Lorenzo Macocco, Roberto Riccardo, Lorenzo Sacchetto.
“Negli ultimi 40 anni – commenta il presidente Malvino – l’artigianato è stato spesso rappresentato come un mondo residuale, destinato al declino. Per riguadagnare il ruolo che gli compete ha bisogno di robusti investimenti nell’orientamento scolastico e nell’alternanza tra la scuola e il lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali che in passato sono stati determinanti nel favorire lo sviluppo economico del Paese. Oggi, invece, sono percepiti dall’opinione pubblica come scuole di “serie b”. E nonostante la crisi e i problemi generali che attanagliano l’artigianato, non sono pochi gli imprenditori di questo settore che da tempo segnalano la difficoltà a trovare personale disposto ad avvicinarsi a questo mondo. In tutto il Paese si fatica a reperire nel mercato del lavoro giovani disposti a fare gli autisti, gli autoriparatori, i sarti, i pasticceri, i fornai, i parrucchieri, le estetiste, gli idraulici, gli elettricisti, i manutentori delle caldaie, i tornitori, i fresatori, i verniciatori e i batti-lamiera. Senza contare che nel mondo dell’edilizia è sempre più difficile reperire carpentieri, posatori e lattonieri. L’artigiano di domani sarà colui che vincerà la sfida della tecnologia per rilanciare anche i “vecchi saperi”. Alla base di tutto, rimarrà il saper fare che è il vero motore della nostra eccellenza manifatturiera”.