“Siamo tutti fratelli e sorelle in umanità, mortali ma con la consapevolezza di essere viventi per stare in relazione gli uni con gli altri. Il grande dono che possiamo accogliere è l’altro: vicino o lontano, conosciuto o sconosciuto, amico o nemico. Se ci mettiamo accanto, abbiamo sempre di fronte un fratello, una sorella, e sentiamo di avere un’unica vocazione: passare dal dire “io” al dire “noi”, per vivere insieme”. Così nella prefazione scrive Papa Francesco sull’ultimo libro di Enzo Bianchi sulla fraternità. Fa parte della celebre triade di valori coniata dalla rivoluzione francese, libertà, uguaglianza e fraternità ma è la più trascurata. Eppure è la vocazione dell’umanità. Alle radici della fraternità, infatti, ci sono alcune esigenze imprescindibili: l’accettazione incondizionata del fratello e della sorella; un’assunzione di responsabilità degli uni verso gli altri; la solidarietà come cura e custodia reciproca. Vivere la fraternità è il compito per eccellenza: solo così la vita conosce la convivenza, la comunità, ed è vita buona in pienezza, attraverso la quale uomini e donne si umanizzano.
Questa è la tesi che Enzo Bianchi sostiene in Fraternità, un libro in cui ci esorta a pensare in questo delicato e terribile momento storico. In un mondo in cui ogni giorno scompare la vocazione umana alla fraternità e aumenta l’indifferenza e la paura dell’altro, Bianchi rilancia con parole buone e libere la necessità di riscoprirsi fratelli. Per vivere la fraternità occorre sempre che ci sia l’altro e che si instauri la relazione. I cristiani conoscono il fondamento della fraternità attraverso la fede, ma non è detto che vivono la fraternità.
Fraternità
di Enzo Bianchi
Einaudi
euro 16,50