Sarebbe bastata una battuta sullo stile di guida un po’ spericolato del figlio per scatenare la reazione di M. M., l’uomo rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni ai danni di un condomino. I fatti risalgono all’aprile 2022 quando la vittima dell’aggressione stava pulendo il vialetto dello stabile in cui abitava a Confreria, quando si fermò l’auto da cui scese M. M. Alla guida c’era il figlio che stava per ripartire quando il vicino che stava pulendo il vialetto gli rivolse una battuta circa il fatto che qualche giorno prima aveva fatto alcune manovre un po’ spericolate: “Gli dissi scherzando ‘volevi buttarci tutti giù l’altro giorno?’ ma lui mi mandò a quel paese; e il padre che intanto si stava avvicinando a me sul vialetto disse che il figlio aveva fatto bene. Io ribattei che avrebbe dovuto insegnargli l’educazione e quello mi diede un cazzotto sul lato sinistro del volto. Caddi nella siepe e lui continuò con calci e pugni mentre ero sulla siepe”. Al pronto soccorso vennero riscontrati un trauma facciale e toracico oltre a qualche escoriazione sulla gamba; quel giorno non fu possibile effettuare la visita dall’otorino che però il giorno dopo refertò la rottura del timpano. La vittima ha riferito in aula che alla scena aveva assistito una vicina di casa che uscendo dal palazzo si era fermata a fare due chiacchiere con lui. Chiamata a riferire al giudice la donna ha raccontato di aver visto solo la spinta nella siepe: “L’ho visto barcollare a seguito della spinta ma non ho visto schiaffi o pugni, poi è arrivato un altro vicino di casa e sono andata via”. Anche questo vicino vide la vittima rialzarsi dalla siepe mentre usciva dal portone: “Li avevo sentiti discutere dal mio balcone al primo piano. E quando sono sceso poco dopo ho visto il vicino che si alzava dolorante dalla siepe. Si alzò la gamba del pantalone per vedere l’escoriazione. Poi dovetti andare via e anche lui se ne andò”. L’udienza è stata rinviata al 24 aprile per sentire i testimoni della difesa e l’imputato, cui seguirà la discussione.