Le candidature alla presidenza dell’Ente di gestione delle Aree protette Alpi Marittime e al Parco del Monviso come per tutti i dieci parchi del Piemonte sono arrivate e sono nelle mani della Regione.
Ma la giunta Cirio deve decidere anche decidere se mettere mano alla legge Valmaggia che dieci anni fa unì i due parchi, delle Alpi Marittime e Marguareis in un unico ente di gestione.
La scelta porta a strade molto diverse. Se avviene la nomina del nuovo presidente con la convocazione della Comunità del Parco, chiamata ad esprimersi probabilmente entro la fine dell’anno, difficilmente per i prossimi cinque anni si cambierà la situazione e si metterà mano alla norma attuale. La Comunità è formata da Provincia e dai 17 sindaci dei Comuni (Aisone, Benevagienna, Briga Alta, Camerana, Chiusa Pesio, Entracque, Frabosa Soprana, Mondovì, Montezemolo, Morozzo, Ormea, Roaschia, Rocca de’ Baldi, Saliceto, Valdieri, Villar San Costanzo, Vernante) e otto Unioni montane (Alpi del Mare, Alpi Marittime, Valle Stura, Mondolè, Alta Val Tanaro, Valle Maira, Mongia-Cevetta, Alta Langa) che hanno territori nel Parco.
Se la Regione dovesse invece perseguire l’ipotesi di divisione del Parco allora si arriverà probabilmente alla nomina di un commissario per guidare la transizione dei prossimi mesi, con l’emendamento alle legge regionale.
La decisione passa nelle mani della Regione, se ritornare alla divisione dei due vecchi parchi oggi riuniti nell’Ente di gestione delle Aree protette Alpi Marittime, ovvero riportare da una parte il Parco delle Marittime come parco prettamente alpino, con dentro tre delle riserve del territorio, delle Grotte di Aisone, di Rocca San Giovanni Saben a Valdieri e delle Grotte del Bandito di Roaschia. Dall’altra riformare il Parco del Marguareis associando le varie riserve naturali non proprio montane, dalle Grotte di Bossea ai Ciciu del Villar, da Benevagienna all’Oasi di Crava Morozzo, fino alla Sorgenti del Belbo.
