Si è tenuta ieri (mercoledì 20 novembre) presso il palazzo di giustizia di Asti l’udienza del processo nato dall’inchiesta “Feudo”, indagine avviata nel 2020 dal Nucleo Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Cuneo in merito alle presunte malversazioni nella gestione amministrativa del Comune di Santo Stefano Roero che avrebbero portato al dissesto del Comune per oltre 1,3 milioni di euro.
Sei gli imputati: Renato Maiolo, 75enne agricoltore in pensione, sindaco dal 2004 al 2019, per lui il pubblico ministero ha chiesto sei anni di reclusioni, 5 anni per l’ex segretaria comunale Anna Maria Di Napoli e per la responsabile del servizio finanziario del Comune Federica Borello, 5 anni per l’architetta braidese Cinzia Gotta, già sindaca di Baldissero d’Alba, 4 anni per il geometra albese Giovanni Careglio, infine 2 anni e 8 mesi per Marco Musso, che come Gotta e Careglio fa parte dei professionisti che lavorarono per il Comune roerino.
Gli imputati sono chiamati a rispondere a vario titolo di reati che vanno dalla truffa aggravata ai danni dello Stato al falso morale e materiale alla turbativa d’asta. A carico dell’ex sindaco si aggiungono anche le accuse di peculato, minacce e porto abusivo d’armi. Al processo erano presenti l’attuale sindaca di Santo Stefano Roero Giuseppina Facco e l’avvocato Giulio Calosso nominato dal Comune che si è costituito parte civile. Il processo è stato rinviato al prossimo 8 gennaio.