“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.
È Italo Calvino (“Le città invisibili”) a suggerire questo approccio dialettico: parlare con la città, interrogarla, intervistarla senza risparmiarle le domande più scomode. Dalle sue risposte capirai se è per te una città bella, sincera, di cui ti puoi fidare o dovrai diffidare. Poi certo, bisogna entrarle dentro, a scoprire le sue sette o settantasette meraviglie, nascoste nel dedalo di strade antiche e moderne, di piazze, di aree verdi, di portici, di caffè e ristoranti, negozi, vetrine e mercati, di spazi culturali e sociali, di scuole e di chiese, di case, palazzi e architetture civili, di cura e di pulizia. In quel percorso che racconta la storia passata e il presente della città e della sua gente, troverai risposta alle domande anche più intime e particolari. Ne verrà una percezione complessiva di armonia o disarmonia, ti attirerà oppure ti respingerà. O ti lascerà indifferente. Che sarebbe la cosa peggiore.
Queste pagine, questo numero speciale de La Guida sono la domanda – alcune delle domande – che poniamo oggi alla città di Cuneo, considerata nel suo insieme e nei suoi aspetti particolari.
Abbiamo preso come occasione la ricorrenza dei dieci anni (nel 2025) del rifacimento restaurativo e della pedonalizzazione della storica via Roma. La rivoluzione urbanistica che ha riportato in primo piano la dimenticata storia plurisecolare e la bellezza artistica e urbanistica della Cuneo Vecchia. Una svolta che ci ha fatto prendere coscienza di come la città sia un corpo vivo, costantemente in cambiamento pur nella staticità delle sue secolari linee urbanistiche, rese immodificabili dalla conformazione geografica con i due fiumi Stura e Gesso che ne definiscono la forma.
Ma la città è molto più grande, più estesa, più ricca della sola via Roma e del solo Altipiano. Lo sguardo si allarga allora ai quartieri, alle ripe, alle frazioni, mette a fuoco le direttrici di sviluppo che in questi anni hanno caratterizzato il muoversi della città. Non lo facciamo per sostenere che tutto sia bello e ben riuscito. L’obbiettivo è piuttosto quello di interrogare ancora la città sulla qualità del cambiamento avvenuto e sulla direzione futura del cambiamento in atto o di prossima attuazione. Già sappiamo che molti sono gli interventi in fase di realizzazione o di progettazione: non pensiamo che saranno soltanto “materiali”, cantieri, strutture sanitarie, scolastiche, nuovi insediamenti abitativi e commerciali, strade, piste ciclabili, reti digitali, aree verdi e parco fluviale, musei ed eventi. Perché per quanto piccolo e particolare, tutto ciò che si modifica oggi è destinato ad arricchire o impoverire in futuro l’anima profonda della città: quell’insieme di predisposizioni all’accoglienza e di relazioni sociali, commerciali, culturali, di solidarietà e di efficienza che la rendono “casa” per tutti i suoi cittadini e i suoi ospiti.
Trent’anni fa, in una poesia dedicata alla sua Cuneo, Costanzo Martini chiosava: “Non sono i soldi che mancano / in questa città. / Sui sogni non ci giurerei, / amico, / sui sogni non ci giurerei”.
La sfida è ancora questa, più attuale che mai.
(Un numero speciale de La Guida che fotografa e analizza i cambiamenti della città e delle frazioni a partire dai dieci anni dal recupero restaurativo e dalla pedonalizzazione di via Roma è in arrivo agli abbonati ed è disponibile in omaggio nelle edicole).