Il 12 novembre novembre scorso il Consiglio di Stato ha definitivamente respinto la richiesta di “sospensiva” avanzata dalla Sipre (la società che sino a due anni fa gestiva l’intero bacino sciabile del Comune di Crissolo) alla quale il Comune – al termine di un sopralluogo che aveva accertato come la Sipre avesse realizzato abusivamente un dehor in legno ex novo, di 64,35 metri quadri, ampliato il fabbricato sul retro per una porzione di circa 20 metri quadri, sopraelevato il manufatto prefabbricato mediante la realizzazione di una copertura in lamiera e struttura in legno, a due falde, per la porzione di fabbricato antistante l’arrivo a monte della Seggiovia Monviso e realizzato una copertura ad una falda, costituita da una struttura in legno e manto in lamiera per la parte retrostante dell’immobile ed ancora tamponato il manufatto prefabbricato con assi di legno, il tutto in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico e al rilascio dell’Autorizzazione Paesaggistica ed in più senza essere in possesso di autorizzazioni e/o permessi per la realizzazione – aveva emesso un’ordinanza di demolizione delle opere realizzate in assenza di titolo abilitativo e/o concessione edilizia e di conseguente ripristino dei luoghi, a carico della Sipre, la società proprietaria del fabbricato denominato “Aquila Nera” – il rifugio-ristoro posto all’arrivo della seggiovia chiuso ormai da tempo che insiste su una porzione di terreno di proprietà comunale a suo tempo concessa dal primo alla seconda.
Avverso all’ordinanza la Sipre aver fatto ricorso al Tar del Piemonte per ottenere una “sospensione cautelare”, ma che il Tribunale Amministrativo il 17 ottobre scorso aveva ritenuto “non illegittima” e richiesto l’esecuzione dall’Amministrazione che avrebbe dovuto quindi procedere alla demolizione del locale ristoro, addebitandone le spese alla Sipre. Immediato il ricorso della Sipre al Consiglio di Stato che però, soltanto tre giorni fa ha confermato in toto il pensiero del Tar.
Una sentenza che fisse indiscutibilmente tre punti.
Uno. La bontà giuridica dell’agire del Comune. Due. L’inequivocabile vittoria dell’Amministrazione. Tre. La dichiarata volontà di entrambi le parti di trovarsi finalmente intorno ad un tavolo a discutere: il classico rovescio della medaglia.
Parole di Gabriele Genre, Amministratore unico della Sipre: “Attendiamo di conoscere nel merito la sentenza, ma nel frattempo spero si avvii un percorso condiviso per addivenire ad un accordo complessivo partendo dalla conciliazione degli usi civici che riguarda diversi soggetti oltre alla Sipre, tra cui il CAI con i rifugi Sella e Giacoletti e la Calcinere spa, la cui opera di presa insiste sul comune di Crissolo”.