“Il passaggio generazionale e i cambiamenti climatici mettono a dura prova l’agricoltura: è un corso uno stravolgimento, nei prossimi dieci anni il nostro comparto correrà rischi rilevanti. Abbiamo solo due strade: qualità e ricerca. E non è più rinviabile l’attivazione di strumenti strutturali per le nostre aziende, assicurando non più le colture ma il reddito, altrimenti le aziende agricole sono destinate a morire”. È questa la sintesi dei diversi allarmi emersi nella mattinata di oggi (giovedì 14 novembre) nell’incontro promosso dalla Cia Cuneo per illustrare l’andamento di un’annata agraria a dir poco difficile come quella 2024, a ridosso di San Martino (11 novembre, nell’agricoltura tradizionale la data di inizio per la “campagna”). Il presidente provinciale Claudio Conterno (a destra nella foto, insieme al presidente regionale Gabriele Carenini), insieme con i responsabili dei diversi settori dell’organizzazione professionale agricola, ha illustrato la situazione dei comparti e le problematiche generali, in un passaggio cruciale per le imprese agricole.
Queste ultime sono state raccolte in un documento consegnato all’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongioanni, in collegamento (di ritorno da Roma dopo un incontro con il ministro e il commissario alla peste suina). Le richieste, a nome dell’agricoltura subalpina (con il forte peso della Granda), si possono sintetizzare così: per il vitivinicolo, maggiore flessibilità sul lavoro per le aziende; per la frutta, rivedere il sistema assicurativo; per l’apicoltura, sostegni rapidi al reddito; per le nocciole, aiuto al rinnovo delle coltivazioni e valorizzazione della Nocciola Piemonte Igp; per i castagneti, sostenere il mantenimento delle piante; per le zone montane, uno schema di incentivi economici; per la zootecnia, armonizzare le azioni e le pratiche su ambiente e sanità, per renderle gestibili; in generale, strumenti finanziari più snelli e meno costosi, e assicurazioni dedicate all’agricoltura.