Si chiama Team Up il progetto che da qualche tempo opera sui territori saluzzese, saviglianese e fossanese allo scopo di offrire una serie di servizi alle persone con background migratorio, la cui azione andrà avanti per un biennio.
Prosecuzione del progetto Ubuntu (promosso negli scorsi anni dal Comune di Saluzzo, dal Consorzio Monviso Solidale e dalla Caritas diocesana saluzzese), anche Team Up – attivato nei primi mesi del 2024 – è frutto del sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRC (bando Territori inclusivi) e coinvolge numerose realtà che operano sui tre territori su richiamati: enti pubblici, ecclesiastici e del Terzo settore. Insieme al Consorzio Monviso solidale (capofila), sono presenti il Comune di Saluzzo, la Caritas saluzzese, l’associazione Ratatoj, le cooperative Armonia e L’Arca, CIS-Compagnia di Iniziative Sociali, l’associazione AVASS e l’Università degli Studi di Torino-Dipartimento di Umanistica.
“Creare le condizioni propizie per collaborare insieme, in modo coordinato e programmato” rappresenta infatti la strada giusta per essere davvero incisivi in ciò che si fa, come tengono a sottolineare i referenti del progetto.
Team Up – il cui sottotitolo è “Creare connessioni per una nuova collettività” – intende avvalersi di quanto già fatto in passato grazie al progetto Ubuntu, puntando tuttavia a una maggiore articolazione delle azioni capace di ampliare sui tre territori in cui opera le iniziative in favore delle persone con background migratorio che vivono, studiano e lavorano nelle diverse comunità di riferimento.
Connettere e rinforzare ciò che già esiste, ottimizzare azioni e metodi di lavoro che si sono finora rivelati vincenti ma che, se messi in ‘rete’, possono amplificare ancor più il loro impatto positivo sulla vita delle persone provenienti da Paesi diversi dal nostro: questo il significato profondo di Team Up.
In questa direzione si citano due tra le iniziative finora attivate. La prima, un corso di italiano per stranieri, cominciato a maggio e conclusosi ad agosto grazie alla collaborazione del Comune di Revello, che ha coinvolto 46 persone tra donne e uomini. La seconda, l’apertura di due presidi territoriali (a Revello e a Costigliole Saluzzo) presso i quali chi ne abbia bisogno può rivolgersi per ottenere informazioni e assistenza su svariate tematiche, dall’orientamento al lavoro all’accompagnamento abitativo, dalla scoperta dei servizi presenti sul territorio alla formazione linguistica.
Ma oltre a ciò, vi è anche un altro scopo che sottende l’agire di Team Up, ed è qualcosa di più sottile e allo stesso tempo fondamentale: cercare di innescare e far crescere un cambio nella narrazione intorno alla tematica migratoria, da troppo tempo diventata argomento sterilmente divisivo e che, per questa ragione, necessita di nuovi sguardi che siano capaci di coglierne le dinamiche profonde in quanto fenomeno strutturale delle nostre società e non – come molti vorrebbero far credere – emergenza da strumentalizzare.
Per conoscere le attività di Team Up è possibile seguire la pagina Instagram del progetto.
Luca Prestia