Riceviamo e pubblichiamo dalle segreterie provinciali CGIL e FP CGIL di Cuneo
“In data 28 ottobre La Guida ha pubblicato un articolo nel quale l’Amministrazione del Comune di Cuneo, manifesta forte preoccupazione per il taglio della finanziaria ai bilanci dei Comuni, gli ennesimi aggiungiamo noi, che rischiano di produrre il blocco delle assunzioni con la possibile messa in discussione dei servizi
erogabili ai cittadini, o in alternativa il possibile aumento della tassazione locale.
E’ una situazione che denunciamo da tempo. Il 19 ottobre eravamo a Roma unitamente alla UIL per manifestare in difesa del servizio pubblico e per contrastare i continui tagli del Governo Meloni che scaricano i loro effetti direttamente o indirettamente sui bilanci degli Enti Locali. Inoltre evidenziamo che i dipendenti pubblici sono in attesa del rinnovo dei propri CCNL di riferimento, scaduti il 31 dicembre 2021. A fronte di un’inflazione del 17% registrata nel triennio 2022 – 2024, il Governo propone un aumento del 5,78%. Un dipendente del Comune di Cuneo si vedrebbe riconosciuto un aumento medio di 50 euro lordi mensili.
Tutto ciò in un contesto nel quale ormai da tempo nel Pubblico Impiego si opera con organici ridotti, carichi di lavoro insostenibili, a cui si risponde con l’aumento della precarietà praticata anche attraverso la scelta di esternalizzare i servizi a cooperative o ad altre imprese similari per ridurre il più possibile i costi della macchina
pubblica.
E’ ormai chiaro che le basse retribuzioni rendono sempre meno attrattivo il lavoro pubblico e si registrano casi in aumento di concorsi pubblici che vanno deserti.
Inoltre gli Enti Locali sono alle prese con la gestione del Pnrr che impone la necessità di progettazioni rapide ed efficaci. In un contesto di mancanza cronica di personale, l’opportunità storica del Pnrr rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione persa per il rilancio del territorio.mPer tali ragioni, da tempo chiediamo un piano straordinario di assunzioni, azioni reali di contrasto alla precarietà e lo stanziamento delle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti nazionali.
E’ una questione di scelte: si può decidere di applicare un’equa politica fiscale nel rispetto del principio di proporzionalità sancito dalla Costituzione, di contrastare realmente, e non a parole, l’enorme evasione fiscale italiana o continuare a strizzare l’occhio ai furbetti o alle fasce della popolazione più abbienti, promuovendo
nuovi condoni e tassazioni di favore per redditi decisamente elevati e ricercare i soldi mancanti per la manovra di bilancio nei tagli indiscriminati al welfare pubblico che penalizzano le persone più in difficoltà. Risultato: crescono la povertà, le tensioni sociali e la disaffezione per le Istituzioni pubbliche. E’ in questo contesto che ci permettiamo di evidenziare che le dichiarazioni dell’Amministrazione del comune di Cuneo, riportate nell’articolo, rischiano di produrre un sillogismo pericoloso, auspichiamo non voluto, tra il rinnovo dei contratti nazionali dei dipendenti pubblici e la possibile insostenibilità del bilancio comunale a cui rispondere con un taglio dei servizi o con l’aumento della tassazione locale. Il rinnovo dei contratti nazionali è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici a vedersi riconosciuto un
adeguato aumento economico che paghi, almeno in parte, l’impegno quotidiano speso per supplire alle deficienze organizzative di Enti locali alle prese con risorse economiche sempre più risicate. Pertanto rivolgiamo un appello all’Amministrazione del Comune di Cuneo, degli altri Comuni e delle loro Associazioni, a partire da Anci, a sostenere la nostra mobilitazione per contrastare i tagli del Governo e per rivendicare maggiori risorse per gli Enti Locali e per il rinnovo dei contratti nazionali. Serve uno sforzo unitario! Tagliare la spesa pubblica in maniera indiscriminata, nzn riconoscere il lavoro dei dipendenti pubblici equivale a sottrarre diritti alle cittadine e ai cittadini, a partire da quelli più deboli”.