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Lunedì 28 ottobre 2024

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Contrasto al Made in Italy “tarocco”

Tra i prodotti italiani più imitati Parmigiano Reggiano, formaggi e salumi

La Guida - Contrasto al Made in Italy “tarocco”

Coldiretti, che punta sul valore aggiunto della trasparenza sul mercato soprattutto in un momento difficile per l’economia come quello odierno, è costantemente al lavoro per vincere l’Italian sounding, il fenomeno di pirateria che utilizza impropriamente richiami all’Italia sulle etichette di alimenti taroccati, inganna i consumatori e fa concorrenza sleale ai produttori locali, impegnati nella salvaguardia del territorio e nella valorizzazione delle sue eccellenze.
I consumatori hanno il diritto di conoscere l’origine di un alimento che appaia come “Made in Italy”, ad esempio in ragione di un marchio sulla confezione associato al nostro territorio o al nostro Paese, ma che in realtà è stato realizzato altrove. L’Italian sounding è particolarmente diffuso fuori dai nostri confini. Il cibo italiano, infatti, è il più imitato nel mondo: oggi più di 2 prodotti agroalimentari su 3 spacciati per Made in Italy, a cominciare dai prodotti a denominazione di origine, non hanno in realtà alcun legame produttivo con l’Italia.
“In testa alla classifica dei prodotti più taroccati, anche con nomi e grafiche che ricordano l’Italia, ci sono i formaggi – spiega Coldiretti – a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tutti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Gorgonzola, Provolone o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore, e tra gli “orrori a tavola” non mancano i vini che imitano le nostre più celebri denominazioni.
Da anni Coldiretti chiede maggiore severità nel contrasto alle frodi agroalimentari: difendere il cibo che produciamo, in Italia e sul mercato internazionale, è un modo per tutelare l’economia del nostro territorio e con essa l’occupazione, ma anche per salvaguardare la salute di tutti, perché i prodotti contraffatti non sono sottoposti agli stessi controlli di qualità del vero Made in Italy”.

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