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Giovedì 21 novembre 2024

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Pensando al togliere, l’alchimia nel divenire delle cose

Michele Bruna è un giovane artista cuneese usa oggetti e colori e azioni artistiche sugli oggetti stessi

Cuneo

La Guida - Pensando al togliere, l’alchimia nel divenire delle cose

Michele Bruna è un giovane artista cuneese. Diplomato nel 2009 presso il liceo artistico “Ego Bianchi” di Cuneo. Nel 2013 consegue il diploma di I° livello e nel 2015 di II° livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, frequentando il corso di Italo Bressan. Attualmente collabora con la galleria Kalpa Art Living di Volterra. La sua ricerca attuale ha come intento quello di raccontare le possibilità artistiche di narrazione della vita dell’opera d’arte nella sua interezza. Dalla genesi al processo, sino alla loro morte, l’artista assembla e impasta materiali pittorici e scultorei, sempre cercando un risultato formale che li accolga e li contempli contemporaneamente. Ogni espediente materico impiegato si trasforma in quel frammento espressivo utile a raccontare la transitorietà dell’opera al pari di ogni altra forma vivente.

“È come se – scrive Enrico Perotto – Michele Bruna volesse sottolineare l’alchimia ‘neghentropica’ nel divenire delle cose. Si tratta di quel gioco di forze che, contrariamente all’ entropia nel suo moto a disperdere, tende invece ad accorpare, unire e amalgamare. La costante interrogazione dell’arte e dei suoi mezzi porta dunque Michele Bruna a considerare l’arte come mezzo e al tempo stesso fine”.

Bruna usa oggetti e colori e azioni artistiche sugli oggetti stessi. La “ruggine che si espande sulla superficie della carta artigianale ancora umida e posta ad asciugare direttamente sulla lamiera ossidata, il risultato è un gioco di forme e stratificazioni che interagiscono con gli strappi eseguiti in risposta dalla mano dell’artista. Lo strappo come gesto informale, il graffio che diventa segno, non taglia solamente la carta ma, in alcune parti, incide superficialmente anche il metallo. In questo modo il dialogo tra l’artista e la materia si intensifica mettendo a confronto il lento e corrosivo processo di ossidazione che genera il colore ed il veloce ed incisivo gesto dell’artista che plasma le forme. Lavorare al contrario, pensare ai vuoti, concentrarsi sul togliere invece di aggiungere”.

Nella mostra realizzata a Cuneo per Help – Grandarte 2022 con Clara Daniele Sandro Bozzolo scrive: “Nella sua ‘Breve storia del sangue’, Rose George scrive che “il ferro contenuto nel nostro sangue viene dalla morte delle supernove, come tutto il ferro del nostro pianeta”. L’elemento ferroso, dunque, come un legame tra l’immensamente grande e l’infinitamente piccolo, come un unico filo conduttore tra l’intimità insondabile dell’artista e la dimensione materica della sua azione. Clara Daniele e Michele Bruna, in questo loro poderoso incontro, esplorano con insolita forza il pulviscolo cosmico che aleggia intorno a noi. Il metallo e la fibra, il tessuto e la carta, l’acqua che tutto lega e tutto trasforma. Anche la polvere di stelle, raccolta dal pavimento come residuo del processo artistico dell’uno, diviene pigmento e colore per la creazione dell’altra. Come nella migliore tradizione artistica, entrambi rimuovono strati. Lui di materiale ferroso e cartaceo, velocizzando un’ossidazione che diventerà sede per figure astratte e irripetibili, lei di pelle e ricordi, per lasciare intravedere l’interno di un corpo che è anche dolore. Il risultato è una materia intima che si porta addosso tutte le materie intime possibili: figure e sogni, memorie e turbamenti, tradizioni e legami. L’immensamente grande e l’infinitamente piccolo racchiusi in un discorso complementare e senza fine, libero di sperimentare nuove forme di associazione tra ferro e cuore, riscattando l’elemento umano dalla materia fredda delle supernove”.

Alcune delle sue opere sono esposte a Bene Vagienna fino al 31 dicembre nella mostra “Scene da un mondo (ir)responsabile 3” collettiva di artisti contemporanei nell’ambito della rassegna grandArte a cura di Giacomo Doglio, Enrico Perotto e Giuseppe Formisano presso Palazzo Lucerna di Rorà già Oreglia di Novello. Insieme a lui opere di Daniele Aletti, Stefano Allisiardi, Paolo Basso, Giovanni Buoso, Guido Giordano, Bruno Giuliano, Daniela M. Guggisberg, Angela Guiffrey, Margherita Levo Rosenberg, Elisa Nepote e Michelangelo Tallone. La mostra è visitabile il sabato dalle ore 15+ alle 18 ,e nei giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

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