Il percorso di trasparenza sostenuto dalla Coldiretti in Europa e in Italia ha preso il via nel 2000 con la carne bovina, anche se ad oggi la dichiarazione di origine in etichetta non è ancora prescritta per la carne trasformata né per la carne servita in ristoranti, mense e pubblici esercizi.
Dal 2003 è diventato obbligatorio indicare in etichetta la varietà, la qualità e la provenienza della verdura e frutta fresche.
Dal 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
Nel 2005 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per il latte fresco, poi esteso nel 2017 al latte a lunga conservazione e ai prodotti lattiero-caseari.
Dal 2008 vige l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro, mentre l’indicazione obbligatoria del Paese di provenienza per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro è arrivato nel 2018, quando è anche entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso.
Dal 2015 non è più anonima la provenienza della carne di maiale, agnello, capretto e pollo, con l’introduzione dell’obbligo di origine per le carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili.
Dal 2021 è scattato l’obbligo di indicare la provenienza delle carni suine sulle confezioni di salumi, prosciutti e mortadelle. Lo scorso anno si chiuso con nuove importanti novità sul fronte dell’etichettatura, arrivate a seguito delle continue sollecitazioni di Coldiretti.
A fine 2023, infatti, è arrivato l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine per frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole ed altri frutti sgusciati, agrumi secchi, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati e zafferano. La piena applicazione del nuovo Regolamento UE partirà dal 1° gennaio 2025.
Sempre a fine 2023 il Parlamento Europeo riunito in plenaria, votando la cosiddetta Direttiva “Breakfast”, ha dato il via libera all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della frutta utilizzata in succhi e marmellate. Ha, inoltre, reso ancora più trasparenti le etichette per il miele con l’indicazione delle percentuali dei mieli provenienti dai diversi Paesi nelle miscele.
A dicembre 2023 è arrivata la firma del Decreto interministeriale che proroga fino al 31 dicembre 2024 il regime sperimentale italiano sull’indicazione obbligatoria in etichetta della provenienza della materia prima per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari, come fortemente richiesto dalla Coldiretti. Una proroga che, ad esempio, consentirà di distinguere la pasta ottenuta con grano duro italiano da quella con grano canadese, ma anche di smascherare i salumi prodotti con carne di suino proveniente da Belgio o Olanda rispetto a quelli allevati in Italia o ancora il concentrato di pomodoro cinese da quello italiano.